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BUON COMPLEANNO IN TERRIS

Storie di vita, di quelle che ti mettono davanti a un bivio e ti costringono a decidere quale strada prendere. E dietro a ogni scelta ci sono sofferenze, valori, aspettative e delusioni, dolori e gioie. In questo ogni uomo è uguale all’altro, in qualsiasi parte del globo, in qualunque tempo.

Vicende lontane dalla nostra quotidianità eppure così importanti per la vita di ciascuno. In Terris dal primo giorno – 8 settembre 2014, esattamente un anno fa – ha cercato di proporre ai propri lettori tutto questo, con un occhio particolare all’estero, a ciò che accade nel mondo e che spesso viene ignorato.

Ogni giorno uno “schiaffo”, nome che abbiamo dato all’articolo di apertura del giornale, a significare la voglia di scuotere le coscienze.

Abbiamo parlato delle atrocità dell’Isis, ma anche di come lo Stato Islamico stia organizzando nei territori conquistati una sorta di welfare, con assistenza sanitaria, lavoro, distribuzione di cibo, scuole.

Siamo entrati nel dibattito sul matrimonio, difendendo la cellula fondamentale della società dagli attacchi che in questo periodo storico sta subendo la famiglia tradizionale; abbiamo raccontato delle teorie gender e dei grandi movimenti di massa per contrastare le derive relativiste.

Dare notizia dell’esodo dei migranti è stato dal primo momento un obiettivo imprescindibile, non limitandoci a registrare il numero dei cadaveri in mare ma andando all’interno di quella fuga, cercando di capirne le motivazioni profonde.

E poi piccole-grandi storie personali, come quella di Natascia, giovane modella italiana, che a un certo punto della sua vita – a causa di una malattia degenerativa agli occhi – ha dovuto scegliere tra la maternità e la vista, tra l’idea di un figlio e la certezza della cecità. Oggi è una splendida mamma di due bimbi, felice della strada intrapresa.

In questo anno di vita siamo riusciti anche a fare qualche scoop che è rimbalzato in tutti i media nazionali, da Repubblica al Corriere della Sera, da Mediaset alla Rai, che hanno correttamente gratificato i nostri sforzi citando In Terris quale fonte della notizia. Piccole storie di enorme impatto emotivo, come la bimba di colore cacciata dalle mamme degli alunni di una scuola di Fiumicino perché sospettata senza motivo di avere l’ebola, o come l’assurdo cartello fatto sistemare davanti a una scuola di Ardea, paesino in provincia di Roma, con il divieto per i bambini di giocare.

Ogni giorno una storia diversa, un punto di vista, un approfondimento. E poi gli editoriali, alcuni dei quali – scritti da direttore responsabile don Aldo Buonaiuto – hanno scosso l’opinione pubblica ricevendo migliaia di visualizzazioni. Posizioni forti, senza alcuna paura di dire le cose come stanno, e per questo deflagranti: “Come uccidere un prete”, ad esempio, oppure “Io non ti assolvo”, o ancora “Le vere puttane”, “Politici drogati”, “La corruzione nella Chiesa”, “Il diavolo esiste”, “Non perdete la coincidenza con Dio”.

Per allertare i nostri giovani abbiamo affrontato i temi dell’occulto, spiegato gli inganni e i pericoli di quelli che vengono presentati come giochi – Charlie Charlie Challenge, ad esempio – e che invece sono pericolose porte aperte per il demonio.

In questo anno abbiamo affrontato i mali dell’anima: anoressia, bulimia, depressione che aggrediscono soprattutto i ragazzi e le ragazze. Anche qui storie comunque in positivo, di chi faticosamente si è tirato fuori dal gorgo. Una speranza per una vita nuova.

Poi alcune curiosità: un articolo sulla festa di tutti i mancini del mondo ha totalizzato da solo 90.000  like su Facebook. Già, perché il sito di In Terris è integrato con tutti i social network: Facebook appunto, e poi Twitter, Google plus, You Tube. In quest’ultimo canale abbiamo postate decine di interviste a personaggi più o meno famosi, ma sempre interessanti.

Infine una “chicca”: le vignette, disegnate esclusivamente per il nostro quotidiano, offrono ai lettori una chiave di lettura spiritosa ma profonda di alcune notizie proposte.

Un anno di lavoro duro, dunque, ma fatto con passione e professionalità. Alla ricerca di quei racconti che diano qualcosa a chi ogni giorno – e sono tanti – decide di collegarsi con In Terris per informarsi.

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