È stata rinvenuta la croce di vetta, scomparsa tre giorni fa, del Monte Gennaio, che si trova al confine tra Toscana ed Emilia Romagna, a quota 1814 metri. L’hanno ritrovata alcuni membri del Cai, in fondo a un dirupo a 50 metri sotto la vetta, mentre risalivano le pendici nel versante di nord-est. La croce è stata riposizionata sul suo basamento originario. A darne la notizia è stato il Cai Maresca-Montagna Pistoiese attraverso il proprio canale Facebook, da cui giorni prima si era rivolto a chi l’aveva sottratta, palesando lo sconforto e l’amarezza per quanto era accaduto nel dire: “Non abbiamo bisogno di persone così inutili sui nostri sentieri”.
In questi giorni d’agosto, il Monte Gennaio come moltissime località di montagna è stato preso d’assalto. Si è registrato un continuo moltiplicarsi di presenze sui monti e sui crinali. Presenze che, da quanto risulta, non sempre rispettano le consuetudini diffuse tra la gente che vive tutto l’anno la montagna, il cosiddetto “codice comportamentale non scritto”. Il monte è raggiungibile sia dalla valle del torrente Orsigna, passando dal Rifugio di Porta Franca, che da Pratorsi e da Casetta Pulledrari, un’eccezionale finestra sul Cornaccio, sul Corno alle Scale, sul Cimone e sul Libro Aperto.
Questo triste episodio aveva generato grande rabbia, oltre a dispiacere e a un profondo senso di sconforto. C’era già chi si era offerto di pagare le spese per realizzarne una nuova da riposizionare in vetta nel caso in cui la vecchia croce non fosse stata ritrovata.
Si è trattato di un doloroso scempio, che non ha nulla a che fare con lo spirito generoso e rispettoso che contraddistingue chi dell’escursione fa una passione e della montagna un dolce rifugio. Ritenendola un vero e proprio tempio intoccabile della natura.