In base ai dati di una ricerca pubblicata su Science Advances la Terra potrebbe perdere più di un decimo del suo patrimonio faunistico e vegetale a causa delle emissioni di Co2.
I rischi
“La Terra potrebbe perdere più di un decimo delle sue specie vegetali e animali entro la fine del secolo” se si va avanti così, scrive il Guardian di Londra, tenendo conto dei risultati di una nuova ricerca pubblicata su Science Advances mentre quasi 3.000 scienziati chiedono un’azione da parte dei governi per fermare la distruzione della natura nel corso degli ultimi giorni di negoziati al vertice Cop15 sulla biodiversità a Montreal.
I danni causati dalla crisi climatica
Il tutto a causa della crisi climatica che imprimerà un’accelerazione progressiva di fenomeni di estinzione delle specie nei prossimi decenni: dalle rane foglia agli squali elefante, la minaccia riguarda 150.388 specie, delle quali più di 42 mila potrebbero estinguersi, spesso a causa proprio del comportamento dell’uomo. Secondo i ricercatori, il 6% delle piante e degli animali scomparirà entro il 2050 a causa delle emissioni di Co2 salendo al 13% entro la fine del secolo. Nello scenario peggiore del riscaldamento globale si stima invece che il 27% delle piante e degli animali potrebbe scomparire entro il 2100.
Il parere degli studiosi
Afferma in proposito il professor Corey Bradshaw della Flinders University in Australia, coautore dello studio: “Si tratta di una ricerca unica perché tiene conto anche dell’effetto secondario sulla biodiversità, stimando l’effetto delle specie che si estinguono nelle reti trofiche locali al di là degli effetti diretti” e i risultati dimostrano che “le interconnessioni all’interno delle reti alimentari peggiorano la perdita di biodiversità”. Un esempio? “Pensiamo a una specie predatrice che perde la sua preda a causa del cambiamento climatico. La perdita della preda comporta una ‘estinzione primaria’ perché senza niente da mangiare anche il suo predatore si estinguerà. Oppure immaginiamo un parassita che perde il suo ospite a causa della deforestazione, o una pianta in fiore che perde i suoi impollinatori perché diventa troppo caldo. Ogni specie dipende in qualche modo dalle altre”, in una concatenazione infinita senza soluzione di continuità, ha precisato il prof. Bradshaw.
I colloqui in corso
La ricerca arriva mentre i colloqui alla più grande e importante Conferenza sulla biodiversità degli ultimi dieci anni a Montreal sono arrivati a un punto critico se non morto. I negoziati dovrebbero concludersi lunedì 19 dicembre, anche se è probabile che vadano oltre. Intanto in una lettera aperta quasi tremila scienziati hanno chiesto ai governi di affrontare il tema del consumo eccessivo delle risorse della Terra nel testo finale per iniziare a invertire la perdita di biodiversità entro il 2030.
Fonte: Agi