Non furono i “cugini” africani (i Sapiens) la causa principale dell'estinzione dell'uomo di Neanderthal, ma le radiazioni Uv in dosi supermassicce.
La nuova ipotesi
E' la nuova ipotesi dei paleomagnetisti Luigi Vigliotti e Jim Channell che hanno identificato la causa scatenante nell'Evento di Laschamp, una delle principali escursioni del campo magnetico terrestre, risalente a 41 mila anni fa. Come spiega Repubblica, il crollo improvviso del campo magnetico terrestre di 3 quarti (a circa il 25% del valore attuale) fu determinante per la selezione dei nostri antenati, i Cro-Magnon, a scapito dei neanderthaliani che subirono un aumento delle radiazioni ultra-violette. Il tutto a causa di una variante genetica del recettore arilico (AhR), una proteina sensibile proprio ai raggi Uv. Così, in un lasso di tempo relativamente breve di circa 2000 anni, i Neanderthal lasciarono il passo ai Sapiens. Lo studio, condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Ismar) e dall'Università della Florida e pubblicato su Reviews of Geophysics, spiega come i ricercatore abbiano tratto queste conclusioni combinando le datazioni sulla scomparsa dei Neanderthal (41.030-39.260 anni fa) dai principali siti paleolitici con dati genetici.
Convivenza tra specie
La convivenza e l'incrocio tra “Neanderthal e Sapiens durò per alcune migliaia di anni, come dimostrano le 'impronte' lasciate nel nostro Dna e i tratti somatici di alcuni individui contemporanei”, spiega Vigliotti. “La loro estinzione è stata oggetto di numerose ipotesi, incluso l'istinto 'fratricida' dei nostri antenati. Nel 2016 un gruppo di biologi molecolari ha scoperto l'esistenza di una piccola variante genetica Ala-381 nel recettore arilico dei Neanderthal rispetto al Val-381 dei Sapiens (e dei fossili Cro-Magnon), che fu interpretata come un vantaggio nell'assorbimento delle tossine prodotte dal fumo legato allo stile di vita trogloditico. Il recettore arilico è infatti fondamentale nel regolare l'effetto tossico della diossina. La coincidenza con i tempi dell'estinzione dei Neanderthal suggerisce che invece fu lo stress ossidativo prodotto dalla mancanza dello schermo fornito dal campo magnetico terrestre rispetto ai raggi Uv ad essere responsabile della loro scomparsa”.
I raggi ultravioletti
Un nuovo crollo del campo magnetico non è da escludere. “Il campo magnetico terrestre – spiega infatti Vigliotti – si sta già abbassando da più di 2mila anni, ma dal 1800 circa lo sta facendo più velocemente, a un ritmo 10 volte più alto del solito. Potrebbe crollare, come ha fatto 40mila anni fa causando l'estinzione dei Neanderthal, oppure stabilizzarsi o anche risalire. Impossibile prevederlo, così come è impossibile sapere in anticipo come reagirà l'umanità a un nuovo crollo”. “Quello che abbiamo scoperto – evidenzia lo studioso – è che il campo magnetico terrestre influenza l'evoluzione: lo ha fatto 40mila anni fa causando la scomparsa dei Neanderthal e di altri mammiferi, risparmiando i Cro-Magnon. Del resto la vita si è sviluppata sulla terra in coincidenza con la stabilizzazione del nucleo terrestre, cioè la fonte del campo magnetico”.
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