Cosa potrebbe accadere al nostro pianeta se un asteroide killer lo colpisse? 66 milioni di anni fa, una catastrofe del genere portò alla scomparsa di dei dinosauri; se succedesse oggi ci sarebbe il 13% di possibilità di provocare un'estinzione di massa. E' la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dell'università Tohoku e dell'Istituto di ricerca metereologico Tsukuba, in Giappone, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature.
L'estinzione dei dinosauri
Gli studiosi sono partiti dall'analisi dell'impatto dell'asteroide che milioni di anni fa provocò l'estionzione dei dinosauri. Secondo un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici, il tutto avvenne in una manciata di minuti: immediatamente dopo l'impatto con un corpo celeste di almeno 10 chilometri di diametro, le rocce granitiche della crosta terrestre “rimbalzarono”, comportandosi come un liquido. Si formò un'enorme colonna alta 10 chilometri che collassò immediatamente 'sciogliendosi' e andando a formare dei rilievi circolari concentrici all'interno del cratere. L'anello montuoso fu ricoperto dai detriti sollevati dall'impatto e nelle ore successive il violentissimo tsunami che si innescò riempì quasi del tutto i dislivelli. Un meccanismo simile a quello che si verifica nella caduta di un oggetto in acqua, facilmente visibile al rallentatore, in cui subito dopo l'impatto si creano delle onde concentriche e il rimbalzo con un alto picco al centro. Le tracce di questo violentissimo impatto sono però state quasi completamente cancellate dall'erosione, l'accumulo di detriti e l'attività degli esseri viventi, e per riuscire a ricostruirne l'evoluzione sono stati necessari lunghi lavori di analisi del terreno e lo studio di altri violenti impatti ancora testimoniati dai crateri presenti sulla superficie di Venere e della Luna. I nuovi dati sono stati ottenuti dalle trivellazioni in mare tra 500 e 1300 metri sotto il fondo oceanico, vicinissimo al centro del picco presente al centro del cratere di 180 chilometri di diametro ancora parzialmente visibile nella penisola dello Yucatan e per buona parte sommerso dall'acqua.
Questo studio ha dimostrato che l'impatto ha riscaldato gli idrocarburi e lo zolfo contenuti nelle rocce, liberando nell'atmosfera fuliggine e particelle di solfato che hanno oscurato per lungo tempo i raggi solari, causando un crollo globale delle temperature e la siccità. A questi eventi è seguita, dunque, l'estinzione di massa che ha portato alla scomparsa dei dinosauri.
Inverno nucleare
La quantità di idrocarburi e zolfo contenuta nelle rocce varia notevolmente a seconda dei luoghi. Questo ha suggerito agli autori dello studio gipponese, Kunio Kaiho e Naga Oshima, che il livello di raffreddamento del pianeta e le possibilità di un'estinzione di massa dipendevano proprio dal luogo dell'impatto. “La probabilità di un significativo raffreddamento globale, l'estinzione di massa e la successiva comparsa dei mammiferi – affermano – era abbastanza bassa dopo l'impatto di un asteroide sulla superficie terrestre”. Un evento così catastrofico si è verificato perché l'asteroide ha colpito un'area ricca di idrocarburi. In altre parole: modificare la storia della vita sulla Terra non fu l'impatto in quanto tale, ma il luogo in cui è avvenuto. Infatti, i ricercatori giapponesi sono sicuri del fatto che, se l'asteroide fosse caduto in'unaltra zona del pianeta, con concentrazioni inferiori di idrocarburi, non ci sarebbe stata nessuna estinzione. Ad oggi, solo 13% della superficie terrestre soddisfa i requisiti per una futura “estinzione di massa”. Ci rimane da sperare che se un giorno un corpo celeste entrasse non rotta di collisione con il nostro pianeta non impatti proprio in queste zone.