La magistratura francese ha incriminato formalmente le cinque persone arrestate nelle indagini seguite alla strage di Nizza, considerate complici dell’attentatore Mohamed Lahoualej Bouhlel: lo ha reso noto la Procura di Parigi. Tre delle tre persone arrestate sono state formalmente incriminate per “complicità in omicidio commesso da un gruppo con legami terroristici”, mentre il reato contestato agli altri due è di “violazione della legge sulle armi in relazione ad un’organizzazione terroristica”; per tutti e cinque è stata quindi confermata la custodia in carcere.
Dalle indagini è emerso che Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il killer che si è lanciato sulla folla lungo la Promenade des Anglais, ha ricevuto sostegno logistico almeno da cinque persone. ll procuratore parigino Francois Molins parla di una vera e propria rete di fiancheggiatori dell’autista killer.
Il primo uomo arrestato è Ramzy A., il franco-tunisino di 22 anni fermato sabato scorso e condannato sei volte per reati di diritto comune tra il 2013 e il 2015. E’ lui ad aver ricevuto un sms del killer pochi minuti prima che si scagliasse con il suo camion sulla folla. Sotto accusa anche la coppia di albanesi, Artane H., incensurato, e la compagna Enkeledja Z., franco-albanese. L’uomo è sospettato di aver fornito la pistola calibro 7.65 usata dallo stragista.
Il quarto incriminato è il tunisino Choukri C., 37 anni, fermato domenica e incensurato. Gli inquirenti sospettano che sia lui l’individuo designato da Bouhlel come destinatario di una nuova fornitura d’armi in un altro sms inviato a Ramzy pochi minuti prima dell’assalto.
Infine, l’ultimo degli inquisiti è Mohamed Whalid G., franco-tunisino di 40 anni, fermato venerdì scorso e presentato dalla polizia come una vecchia conoscenza dell’autista killer. L’uomo, che vive a Nizza da molti anni, sembrerebbe essere la causa della radicalizzazione “lampo” dell’amico.