E'successo tutto nel breve volgere di qualche secondo nella Questura di Trieste, dove il dramma si è consumato senza che nessuno riuscisse far nulla per evitarlo. Non c'è stato tempo, in quelle frazioni di secondo, per fermare la follia di Alejandro Augusto Stephan Meran, 29enne di origine dominicana, convocato in quegli uffici assieme a suo fratello maggiore, Carlysle, per rendere conto del furto di uno scooter. Un gesto improvviso, crudele, una lucida follia che ha stroncato le vite degli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demengo, distaccati già da tempo nel capoluogo giuliano, lontani dalle loro regioni d'origine per aver scelto di mettere se stessi al servizio dei cittadini italiani. L'aggressione è stata repentina, inaspettata, perché i due fratelli (uno solo dei quali avrebbe fatto fuoco) pare non avessero precedenti e si trovavano in Questura solo per rispondere a delle domande. Nessuno, probabilmente, riteneva possibile che quel ragazzo fosse capace di un gesto simile, che in pochi attimi ha gettato nello sconforto un Paese intero, posto di fronte all'ennesimo episodio di sangue.
Le vittime
Erano giovanissimi Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Il primo, di 34 anni, veniva da Pozzuoli, nei pressi di Napoli, e la via che aveva scelto, l'essere a servizio degli altri nelle Forze dell'ordine, coincideva con quelli che erano stati gli insegnamenti paterni, visto che anche suo padre era stato un poliziotto, impiegato in passato proprio nella sua Napoli, dove la morte del giovane agente è stata accolta con estremo dolore. Anche il sindaco della sua città natale, Vinceno Figliola, ha espresso il proprio cordoglio, a nome suo e di tutti i cittadini puteolani: “Con sommo dolore ho appreso della morte di due poliziotti a Trieste. Uno di loro, Pierluigi Rotta, è un nostro concittadino. Pozzuoli perde uno dei suoi figli migliori. Notizie che mai vorremmo sentire. Chi sceglie di servire lo Stato è un eroe dei giorni nostri che con spirito di abnegazione porta avanti una missione a difesa della collettività. Tutta la mia vicinanza alla famiglia di Pierluigi e a quella del collega a cui barbaramente è stata strappata la vita da bastardi criminali. La città di Pozzuoli, la giunta ed il consiglio comunale si uniscono in queste ore di dolore. Un caro abbraccio a Pasquale, papà di Pierluigi, per tempo al servizio della città presso il commissariato di Pozzuoli”. Parole che danno il peso della tragedia che ha colpito la famiglia di Rotta, la stessa che ha provocato sconforto e incredulo dolore nei familiari, amici e colleghi di Demenego, appena 31 anni, originario di Velletri e dal 2013 assegnato in servizio presso la Questura di Trieste.
Il cordoglio
Ma la tragedia di Pierluigi e Matteo non ha sconvolto solo amici e familiari. Ancora una volta, il nostro Paese è costretto a riflettere su una tragedia, esplosa negli uffici di un dipartimento di Pubblica sicurezza ma portatrice di un'onda che, probabilmente, sortirà i suoi effetti per un periodo decisamente lungo: “La morte dei due agenti di Polizia uccisi nella sparatoria davanti alla Questura di Trieste – ha spiegato il premier Giuseppe Conte – suscita grande dolore. Questa tragedia ferisce lo Stato. A nome mio e del Governo esprimo la commossa vicinanza ai familiari delle vittime e a tutto il corpo della Polizia di Stato”. E ancora il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova: “Due poliziotti, due uomini dello Stato sono stati uccisi oggi a Trieste mentre facevano il loro lavoro, il loro dovere. Un abbraccio alle loro famiglie e ai loro colleghi e la mia vicinanza al collega ferito, a cui auguro di cuore una pronta guarigione. Vi sono vicina”. Parole di cordoglio che si affiancano al dolore dei familiari sono giunte anche dal capo della Polizia, Franco Gabrielli (“In questa dolorosa circostanza, desidero esprimere a lei ed alla Polizia di Stato la mia solidale vicinanza, rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori della Polizia al servizio dei cittadini”), della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (“Chi colpisce un uomo delle Forze dell'ordine, colpisce lo Stato. Oggi l'Italia intera piange due dei suoi figli migliori”) e di tante altre personalità del mondo istituzionale.
Dolore e sgomento
Dichiarazioni che non smorzano né il dolore né il senso di ingiustizia per una tragedia che, al momento, fatica a trovare spiegazioni. Il Paese vive lo stesso momento di impasse di fronte a quanto accaduto a Trieste, un sentimento di incredulità e sgomento, che ha attraversato l'Italia tutta, dalle istituzioni ai semplici cittadini. E ovviamente ai colleghi di Rotta e Demenego, poliziotti come loro, depositari della responsabilità di vegliare sull'ordine pubblico ma che, ogni giorno, per farlo espongono se stessi a ogni rischio, anche il più grave. A Roma, numerose volanti hanno acceso le sirene a Piazza Venezia, ai piedi del Vittoriano: un modo per ricordare i due agenti uccisi ma anche che loro continueranno a fare il loro dovere.