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Sgombero della baraccopoli: nessuno scontro

Si sta concludendo senza problemi né scontri lo sgombero della vecchia baraccopoli di san Ferdinando, nel Reggino. Sono 600, scrive il Viminale, gli uomini in campo tra forze dell'ordine, vigili del fuoco e servizi sanitari. Sul posto anche 4 mezzi del genio militare e gli operatori della protezione civile e della Caritas. Presenti infine gli 18 pullman necessari a trasferire in strutture di accoglienza le circa 900 persone presneti nel campo. La baraccopoli è infatti occupata da un migliaio di migranti, la maggior parte dei quali lavora nelle aziende agricole della Piana di Gioia Tauro nella raccolta di pomodori, frutta e altri ortaggi. Una parte dei migranti sarà trasferita in centri d'accoglienza di altre località; la maggior parte si sta trasferendo in fila nella vicina tendopoli sotto lo sguardo delle forze dell'ordine. Alcuni dei migranti, come già acaduto altrove, hanno scelto invece di allontanati nei giorni scorsi autonomamente. “Come promesso, dopo anni di chiacchiere degli altri, noi passiamo dalle parole ai fatti” ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

I roghi

In un anno, nell'accampamento, sono morte tre persone a causa di incendi, uno dei quali doloso. Per tale motivo è stata rinominata la “baraccopoli della morte”. L'ultimo dei tre episodi è accaduto meo di un mese fa, il 16 febbraio scorso. In quella occasione, il rogo rogo era divampato nella notte provocando una vittima: Moussa Ba, un 29enne di nazionalità senegalese. Le fiamme, scaturite da uno dei tanti fuochi accesi senza sicurezza dai migranti per scaldarsi durante la notte, distrusse anche una ventina di baracche.

 

 

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