Almeno 40 scosse di terremoto sono state registrate nell'arco di 24 ore nel catanese, nell'area dell'Etna. Anche se la comparsa dello sciame sismico ha destato preoccupazione, al momento, il magnitudo è medio basso, compreso tra 1.4 e 3.5. Le scosse, però, hanno fatto drizzare le antenne dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dove ricordano il sisma del 6 ottobre di magnitudo 4.8, con le successive repliche. Allora una delle ipotesi di lavoro riconduceva al fenomeno di risalita del magma che diventa una sorgente di stress per le strutture tettoniche lungo quel versante del vulcano. Una pista che prende origine dal fatto che l'Etna da mesi è in una fase di ricarica magmatica.
Spiega a MeteoWeb Salvatore Giammanco, esperto dell'Ingv di Catania: “C'è del magma nuovo che sta risalendo lungo i condotti e che si sta accumulando nelle profondità del vulcano. Questo accumulo crea tensione, provoca rilascio sismico e si verificano terremoti. Si tratta dunque di uno sciame sismico legato all'evoluzione naturale del vulcano. Ci attendiamo un evento eruttivo importante rispetto a quelli degli ultimi anni, ma ovviamente non possiamo prevedere ora quando si verificherà. Ciò che è certo è che non accadrà nel breve termine. I segnali di un'imminente eruzione non ci sono ancora, si tratta per ora di sciami profondi, dunque è un fenomeno che avrà un'evoluzione importante solo nel lungo termine. Teniamo la situazione sotto controllo e in caso di segnali più importanti avremo tutto il tempo di avvisare e prevenire”.