Sono rimaste 143 persone a bordo della nave di Open Arms dopo che, in nottata, in 4 sono stati sbarcati con urgenza per essere sottoposti a dei controlli medici. Il secondo piccolo gruppo di sbarcati, dopo le 9 persone portate a terra nella giornata di ieri, mentre i restanti hanno trascorso a bordo la loro quindicesima notte in condizioni sempre più difficili: secondo quanto certificato dal Cisom, che ieri ha effettuato dei controlli sanitari a bordo, la situazione dal punto di vista igienica è sempre più precaria, così come sul lato psicologico, con molte persone che avrebbero iniziato a manifestare forti segnali di insofferenza e difficoltà mentale nel restare ancora sulle onde. Diverse delle nove persone sbarcate ieri, infatti, presentava disturbi di tipo psichico, tanto da essere immediatamente trasferiti nell'ambulatorio di Lampedusa non appena sbarcati.
Situazione critica
Anche in virtù degli sbarchi a gruppi avvenuti in queste ore, per chi resta sulla Open Arms la situazione si fa sempre più difficile e l'equipaggio della nave lo ribadisce nel nuovo appello fatto pervenire all'Europa: “Tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente. L'umanità lo impone”. Sul ponte della nave, dove sono stipati gli ultimi 143 migranti rimasti, si sono registrati episodi di crisi generale, con pianti e lamenti per il troppo tempo trascorso a bordo senza toccare terra. La situazione potrebbe comunque sbloccarsi nelle prossime ore: l'ordinanza del Tar, che aveva rimosso il divieto all'ingresso in acque italiane, potrebbe concretizzarsi con il via libera della Procura di Agrigento qualora le condizioni a bordo dovessere complicarsi ulteriormente o si riscontrassero ipotesi di reato come avvenuto in passato. Open Arms, al momento, resta davanti al porto di Lampedusa in attesa che dal Viminale arrivi qualche segnale positivo allo sbarco dei restanti migranti e procedere con i soccorsi che potranno essere garantiti da terra.