I Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, nell’ambito dell’operazione denominata Plinius II, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura distrettuale antimafia, nei confronti di 21 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, turbativa d’asta, favoreggiamento personale, traffico di tabacco lavorato all’estero, ricettazione, calunnia, intralcio alla giustizia e violazioni di domicilio, tutti aggravati dalle metodologie mafiose.
I provvedimenti sono stati emessi in seguito alle indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Scalea e coordinate dal Procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, dai Procuratori aggiunti Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri e dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, che hanno consentito di delineare gli assetti di un’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico.
L’attività della cosca mafiosa era finalizzata al controllo e allo sfruttamento delle risorse economiche della zona mediante delitti contro il patrimonio e contro la persona e, in particolare, la consumazione di una pluralità di estorsioni in danno di diversi commercianti e imprenditori, oltre che la turbativa d’asta con lo scopo di impossessarsi di immobili di rilevante valore, inibendo la partecipazione all’asta di altre persone.
L’indagine è la prosecuzione dell’operazione Plinius che nel luglio del 2013 aveva portato all’esecuzione di 39 provvedimenti cautelari riguardanti anche alcuni amministratori comunali di Scalea, tra cui il sindaco pro-tempore, cinque assessori e il comandante della locale polizia municipale.