Un militare della Forza navale statunitense è morto durante un addestramento giudicato troppo duro dal medico legale che ha eseguito l’esame autoptico. Per questo, ha precisato il medico, il dottor Kimi Verilhac, si tratta di “omicidio”. James Derek Lovelace, tirocinante Navy Seal 21enne, secondo l’autopsia è morto dopo essere stato immerso ripetutamente in acqua nonostante facesse fatica per l’attrezzatura pesante indossata insieme all’uniforme da combattimento. La tragedia era accaduta nel maggio scorso. Sono state probabilmente le azioni degli istruttori, giudicate “eccessive”, a contribuire – ma non a procurare direttamente – la morte del giovane, ha ricostruito l’autopsia.
Nel video esaminato si vede il ragazzo che lotta per completare la prova ma, nonostante ciò, l’istruttore lo butta continuamente sott’acqua. Ad un certo punto le labbra diventano viola e dalla bocca fuoriesce del liquido giallognolo. A quel punto Lovelace viene portato in ospedale, dove muore circa un’ora dopo.
La causa esatta del decesso non è stato ancora stabilito. “Anche se le modalità della morte possono essere considerate da alcuni come un incidente – ha scritto nel suo rapporto il medico legale – è nostra opinione che le azioni e le inazioni degli istruttori e degli altri individui coinvolti sono state eccessive e hanno contributo alla morte. Per questi motivi – è perentoria la conclusione del medico legale di San Diego – il decesso può essere classificato come omicidio”. La Marina si difende dicendo che l’esame autoptico non è l’ultima parola sul caso e che nessuno ha ancora sporto denuncia. Inoltre, il ragazzo – sempre secondo il patologo del San Diego County Medical Hospital – aveva una patologia cardiaca che può aver contribuito, in concomitanza alle azioni degli addestratori, alla morte del tirocinante.