Col passare delle ore, aumenta in modo drammatico il bilancio dei morti causati del maltempo che ha colpito il Giappone occidentale giovedì scorso. Il governo nipponico ha infatti reso noto che sono decedute almeno 140 persone in seguito alle forti piogge, le inondazioni e le frane che sommeso interi quartieri delle città di Kyoto (antica capitale giappoense), Hiroshima e le zone montuose del sud-ovest.
Ancora oltre 80 i dispersi, la maggior parte dei quali nella zona metropolitana di Hiroshima, capoluogo dell'omonima provincia e tristemente nota per esser stata la prima città obiettivo di un attacco nucleare della storia, avvenuto per opera degli Stati Uniti d'America sul finire della seconda guerra mondiale, il 6 agosto 1945.
Restano chiuse alcune importanti fabbriche automobilistiche come la Mazda e la Daihatsu Motor Co. che hanno sospeso la produzione nei loro stabilimenti a Kyoto, Hiroshima e Yamaguchi per garantire la sicurezza dei lavoratori e contribuire a liberare le strade per i soccorsi. Al lavoro, in una strenua lotta conro il tempo, ci sono 54.000 persone tra soldati, poliziotti e pompieri, con l’ausilio di 41 elicotteri.
Nonostante non stia piovendo, l’allerta meteo resta alta in una ventina di prefetture ed è ai massimi livelli a Gifu (centro), Ehime e Kochi (ovest) per rischio straripamenti di fiumi, frane e smottamenti. Il premier Shinzo Abe ha annullato il viaggio previsto in Francia, Belgio, Arabia Saudita ed Egitto, per restare alla guida dei soccorsi e ha promesso una visita nei luoghi del disastro – il peggiore nella storia del Giappone – appena possibile.