E’ giallo a Cambridge, dove la 32enne ricercatrice italiana, Simona Baronchelli, è stata trovata senza vita nella sua stanza di albergo. A ritrovare il corpo è stata la polizia inglese, allertata dai colleghi della giovane scienziata che non si era presentata ad un workshop. La Baronchelli, borsista del Cnr, si trovava in Inghilterra per partecipare ad un congresso nella prestigiosa università britannica. Non vedendola arrivare, i suoi colleghi hanno allertato le forze dell’ordine. La polizia britannica ha riferito di non aver trovato nessun segno di violenza sul corpo della giovane donna, ma il medico legale ha comunque deciso di disporre l’esame autoptico.
Oltre alla sua passione per gli studi, la Baronchelli era un appassionata di cultura e attivista di Emergency. Era specializzata in genetica applicata e si spostava molto frequentemente in giro per il mondo per seguire gli studi di biotecnologie mediche. Inoltre, da poco, la giovane ricercatrice aveva appena superato la prova scritta al concorso del Centro Nazionale di ricerche, successo che molto probabilmente le avrebbe consentito di avere un posto fisso in Italia, dove secondo i suoi colleghi sarebbe voluta rimanere. A dicembre avrebbe dovuto sostenere l’ultima parte del concorso, ossia la prova orale.
“Simona non aveva nemici – ha dichiarato il padre, Luigi Baronchelli, anche lui ricercatore ma in pensione -. Non riesco a ipotizzare che qualcuno possa averle fatto del male. Spero che i patologi mi diano ragione”. “Mia figlia aveva delle allergie importanti sin da piccola, le gestiva benissimo – ha aggiunto l’uomo -. Ho il timore, però, che possa aver mangiato o respirato qualcosa che contenesse una sostanza fatale per lei”.