C’è l’ombra di una faida di camorra sul duplice omicidio avvenuto in una tabaccheria nel Napoletano. Le due vittime sono Vincenzo Staterini, 50 anni, e il figlio Emanuele, di 29. L’agguato è stato messo a segno dai killer in corso Campana, strada centrale di Giugliano, grosso centro nell’area a Nord di Napoli, al confine con il Casertano. Vincenzo Staterini aveva diversi precedenti per rapina e violazione della legge sulle armi, mentre a carico del figlio risulta soltanto un precedente per rapina. Secondo una prima ricostruzione, entrambi si trovavano nella tabaccheria-bar quando una moto con due persone a bordo con il volto coperto dal casco integrale si è fermata davanti all’ingresso. il passeggero è sceso impugnando una pistola e, entrando nel negozio, ha mirato alla testa di entrambi.
Contrasti tra clan
Una precisione di mira che non ha lasciato scampo alle vittime, che non hanno avuto alcuna possibilità di mettersi al riparo. Il killer subito dopo è rimontato sulla moto e si è dileguato con il complice. Padre e figlio erano originari del rione Sanità a Napoli ma da dieci anni vivevano a Giugliano. Gli inquirenti ritengono si tratti di un agguato di matrice camorristica, sia per la provenienza degli Staterini sia per le modalità dell’agguato. Una delle piste seguite dagli investigatori è quella che porta ai contrasti tra clan del centro storico di Napoli, in particolare la faida che ha riguardato la cosca Vastarella.
I precedenti
Vincenzo Staterini venne arrestato il primo luglio 1999 in quanto ritenuto a capo del gruppo di sicari che per conto dei Tolomelli-Vastarella avevano compiuto un omicidio nella faida che contrapponeva la cosca al clan Misso nel rione Sanità ma non e’ mai stato condannato per queste accuse. E’ stato invece arrestato e condannato un anno dopo per associazione a delinquere di stampo mafioso. Una delle sue sorelle, inoltre, ha sposato un personaggio di spicco della famiglia Vastarella, attualmente considerato il reggente del clan.