Doppia “stesa” nella notte a Napoli. In due zone della città persone non identificate hanno compiuto due raid intimidatori sparando all'impazzata, attività denominata in dialetto locale “stesa”, appunto. Due bossoli sono stati ritrovati nel rione Sanità, davanti alla chiesa nella piazza dove fu ucciso accidentalmente, in un'altra stesa, il giovane Genny Cesarano, vittima innocente di un raid di camorra. In merito, lo scorso 11 luglio la IV Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato 3 dei 4 ergastoli inflitti in primo grado nei confronti di Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto e Antonio Buono, imputati per l'omicidio del giovane Cesarano; ridotta la pena, dall'ergastolo a 16 anni per il quarto uomo, Mariano Torre, collaboratore di giustizia. Gli altri otto bossoli sono stati invece ritrovati in piazza Materdei. Tutti i bossoli sono calibro 9 x 21. Su entrambi i fatti indaga la Polizia. Non si esclude che possa trattarsi della stessa banda ad essere entrata in azione: i due posti non sono lontani l'uno dall'altro.
Stese
Le stese a Napoli sono purtroppo frequenti. Spesso non ci sono vittime, ma non sempre i passanti ne escono illesi. Lo scorso settembre, una donna 52enne (A.D. le iniziali) rimase ferita da un proiettile vagante durante una “stesa” nel quartiere napoletano di Forcella. Sulle stese si è espressa recentemente anche la Direzione investigativa antimafia (Dia) nel suo rapporto semestrale sulla criminalità organizzata, relativo al periodo luglio-dicembre 2018. Secondo la Dia queste dimostrazioni di forza verso i clan rivali, derivano dalla instabilità negli equilibri di potere della camorra e sono spesso i più giovani, la manovalanza, che vengono utilizzati per compiere questo tipo di raid, a conferma del ricambio generazionale in atto in seno all'organizzazione criminale.