All'ipotesi del suicidio la sua famiglia non ci ha mai creduto. Per questo, anche a distanza di 28 anni da quel 18 novembre 1989, la famgilia di Denis Bergamini, ex calciatore del Cosenza ritrovato privo di vita quel giorno sulla statale Jonica, prosegue a oltranza la sua battaglia per conoscere la verità sulla sua morte. Quasi trent'anni, fatti di lotte e dolore, cosparsi di un senso di ingiustizia serpeggiante in egual misura ieri come oggi, tra appelli, archiviazioni (ben due) e ripaerture del caso, l'ultima delle quali rivelatasi forse decisiva. La perizia sulla salma del giocatore, riesumata nel giugno scorso, ha dapprima appurato che, sotto quel camion dove il corpo è stato ritrovato, Denis non ci si è gettato volontariamente; solo poche ore fa, inoltre, le prime indiscrezioni filtrate dalle ultime analisi svolte sui resti del calciatore, avrebbero determinato le cause della morte che, come sempre sostenuto dai familiari, non sarebbe avvenuta per suicidio ma per soffocamento.
Donata Bergamini: “Incontreremo il Gip”
Una svolta che la famiglia Bergamini attendeva da anni anche se, come precisato a 'Repubblica' dalla sorella di Denis, Donata, “ufficialmente non ci è stato comunicato nulla. Avremo un incontro con il Gip di Castrovillari il 29 novembre e non posso anticipare niente. Ma ho tanta rabbia dentro, perché i nuovi esami si sono rivelati fondamentali e ne avevamo fatto richiesta prima della seconda archiviazione per suicidio”. A ogni modo e al netto delle prossime novità, i nuovi sviluppi contribuiscono certamente ad accendere nuove luci su un caso che, fin da subito, ha destato molte perplessità nell'opinione pubblica italiana. Lo stato del corpo al momento del ritrovamento, i segni cutanei e le testimonianze sulle ultime concitate ore del giocatore, hanno immediatamente lasciato perplessa la famiglia del calciatore, concorde (assieme peraltro a una perizia datata 1990 che, per prima, offrì una tesi diversa da quella del gesto volontario) nell'affermare che quella di Denis non fosse una morte autoinflitta.
Cercando la verità
Un'ipotesi, invece, sostenuta a più riprese dalla fidanzata dell'epoca, Isabella Internò, la quale ha sempre ripetuto, a investigatori e inquirenti, che Denis avesse preso la decisione di uccidersi dopo una violenta discussione. Il corpo del calciatore, ritrovato ai piedi del camion sulla Statale 106 in nottata dopo un'intensa pioggia, si presentava con poche lesioni riconducibili a un possibile impatto con il mezzo e, d'altronde, anche gli abiti non risultavano così infangati come avrebbero invece dovuto mostrarsi dopo una permanenza prolungata sull'asfalto bagnato. Elementi che, per anni, sono stati impugnati dalla famiglia per chiedere giustizia e verità sul decesso di Bergamini. L'ipotesi dei procuratori, oggi, è quella dell'omicidio: “Fin dal principio – ha detto ancora la sorella – tanti elementi non quadravano e da subito sono stati troppi per essere considerati semplici errori. Di certo troppi per chiudere il caso”.