Sono quattordici le misure coercitive effettuate stamattina dai carabinieri dei comandi provinciali di Avellino e dai militari della Guardia di Finanza di Napoli, nei confronti di altrettanti presunti affiliati al clan napoletano di camorra dei Partenio.
Nel mirino dei militari e della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo anche i beni dell’organizzazione criminale attraverso il sequestro preventivo di beni per una valore di circa 4 milioni di euro. Colpiti – scrive Ansa – i membri di spicco del clan, compresi imprenditori e professionisti.
Operazione “Partenio 2.0”
L’Operazione del 14 ottobre 2019, denominata “Partenio 2.0”, aveva consentito di disarticolare il “Nuovo Clan Partenio“, egemone nella città di Avellino ed in altri comuni della provincia irpina”.
L’operazione era scaturita in risposta ad alcuni episodi criminosi che avevano destato allarme in città, come la bomba piazzata sull’auto di un imprenditore, raffiche di Kalašnikov contro veicoli in sosta e una aggressione subita da un assessore comunale. “Qui comandiamo noi. Porta i soldi o ti taglio la testa e ci pi***o dentro”, era il linguaggio con cui il Nuovo Clan Partenio imponeva l’obbedienza ad Avellino.
Tra gli arrestati (23 in tutto) e gli indagati (17 in tutto), figuravano alcuni pregiudicati in passato ritenuti legati al più noto clan Cava – sodalizio camorristico con base a Quindici, in provincia di Avellino – che avevano costituito il sodalizio di propria iniziativa, operando senza il beneplacito dei Cava ed egemonizzando comuni che, in passato, avevano fortemente risentito della presenza di quest’ultimi, poi arrestati in diverse operazioni tra il 2016 e il 2020.
Clan Cava
L’ultima operazione contro la famiglia Cava è avvenuta lo scorso 21 luglio nei comuni di Moschiano (AV), Pago del Vallo di Lauro (AV), Visciano (NA), Marigliano (NA) e Nola (NA). Il blitz ha portato all’arresto di sei affiliati al clan Cava, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Gli arrestati avrebbero perpetrato un’estorsione ai danni di un imprenditore edile il quale, al fine di esser costretto a pagare il pizzo e cedere proprietà ai suoi aguzzini, sarebbe stato sottoposto a vessazioni fisiche e psicologiche.
La mappa dei clan di Camorra operanti ad Avellino e provincia secondo il II Rapporto Semestrale della Direzione Investigativa Antimafia.