Estremismo“. Con questa accusa 5 membri dei Testimoni di Geova sono stati arrestati in Russia, Paese nel quale l'attività di questa particolare confessione religiosa è vietata dal 2017.
L'operazione
La polizia di Kirov – città della Russia centrale dove è avvenuto il blitz – ha riferito che nelle loro abitazioni sarebbero state rinvenute una granata e un altro ordigno esplosivo. Ai cinque sarebbero, inoltre, stati sequestrati “armi e libri dal contenuto estremisti. Alle accuse si aggiunge quella di aver organizzato incontri clandestini in città, tra il 16 agosto 2017 e il 29 settembre 2018.
Banditi
Il bando dei Testimoni di Geova nella Federazione risale al 2017, quando il ministro della Giustizia accusò l'organizzazione di “diffondere materiali stampati proibiti” che “incitano all’odio contro altri gruppi” nonché di “violare il diritto al godimento di assistenza medica universale” rifiutando di sottoporsi a trasfusioni di sangue. I diretti interessati avevano però fermamente respinto tutte le accuse sostenendo che, con quell'atto, la libertà di religione in Russia fosse “finita”. Il portavoce dei Testimoni, Yaroslav Sivulskiy, aveva parlato di “situazione molto triste per il nostro Paese”. Successivamente la Corte suprema russa aveva confermato la sentenza di giudice locale che definiva “estremista” l'organizzazione e disponeva il divieto di proselitismo e il sequestro dei beni a favore dello Stato. I Testimoni attendono ora la pronuncia della Corte europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo, che nel 2010 bocciò la decisione di un tribunale penale di Mosca di vietare le loro attività.