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Ucraina, la situazione umanitaria dopo tre anni di guerra

A tre anni di distanza dall'inizio della guerra in Ucraina Interris.it, in merito alla situazione umanitaria della popolazione civile nel Paese, ha intervistato il dott. Ettore Fusaro, membro dell’Ufficio Europa di Caritas italiana operante a Kiev

Il terzo anniversario della guerra in Ucraina, la quale ha avuto inizio il 24 febbraio 2022, è sinonimo devastazione e sofferenza per milioni di cittadini. Oltre alle perdite umane e materiali, il conflitto sta avendo gravi ripercussioni sugli aspetti umanitari, creando una delle peggiori crisi in Europa dal dopoguerra, con ben 12,7 milioni di persone in condizione di bisogno e 6.8 milioni di rifugiati. La popolazione civile è stata costretta ad affrontare violenze indiscriminate, sfollamenti forzati e la perdita di accesso a beni essenziali come cibo, acqua e assistenza sanitaria. Nel contesto di questa catastrofe, diverse organizzazioni umanitarie, tra cui la Caritas, hanno dovuto rispondere con aiuti umanitari urgenti e azioni di prossimità volte ad alleviare le sofferenze dei civili. Interris.it, in merito a quest’opera di fraternità concreta, ha intervistato il dott. Ettore Fusaro, membro dell’Ufficio Europa di Caritas italiana operante in Ucraina.

Caritas
Caritas (Foto: © VaticanMedia)

L’intervista

Dottor Fusaro, qual è l’attuale situazione umanitaria della popolazione civile ucraina?

“Dopo tre anni, il conflitto, ha perso un po’ di eco mediatica, ma non di intensità e di crudeltà, soprattutto nell’area, definita ‘mezzaluna’, che va da Karkiv fino a Odessa e comprende una linea del fronte lunga 1200 km. La popolazione residente in quelle aree vive una condizione tragica, dovuta a 15 – 16 ore di allarme aereo al giorno e all’energia elettrica mancante. Alcuni giorni fa, è stata distrutta una centrale elettrica nella zona di Mykolaïv e, oltre  centomila persone, sono rimaste senza luce e riscaldamenti con una temperatura esterna di -20 °. Molti cittadini necessitano ancora di interventi umanitari di base, come ad esempio pacchi viveri, visite mediche e materiale igienico sanitario. Sussiste una grande stanchezza e tanti dubbi legati agli avvenimenti internazionali delle ultime settimane, come ad esempio le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e le recentissime scadenze elettorali tedesche. Dal punto di vista bellico i combattimenti sono cruenti e le vittime sono migliaia”.

Come si sta connotando l’azione di Caritas sul campo?

“L’azione della rete Caritas sul campo e variegata e si divide in due filoni, in collaborazione con le Caritas locali, ovvero Caritas Spes e Caritas Ukraine. il primo è quello del supporto economico alle realtà che operano nelle zone di confine tramite le parrocchie e le diocesi per svolgere gli interventi di carattere umanitario ed emergenziale. Un’altra azione sostiene programmi, iniziative e progetti legati alla riabilitazione fisica e psicologica delle persone residenti nel centro e dell’ovest del Paese. I numeri di coloro che hanno bisogno di questo tipo di assistenza è in crescita continua e, il conflitto, ha fatto venir meno molte strutture, soprattutto nelle zone rurali in cui, i diversi collegamenti, sono più difficili rispetto alle città”.

Kiev (@ Enrique da Pixabay)

Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?

“Chi vuole supportare la nostra opera in Ucraina può farlo dando un contributo alle diverse azioni svolte. Caritas italiana svolge diversi programmi e, sul nostro sito, si può trovare tutto il materiale utile per informarsi e le possibili modalità di sostegno. È importante parlare di pace e riscoprire i diritti che, la guerra in Ucraina, sta intaccando negativamente, anche per coloro che non la vivono in prima persona. Auspico che si fermino le armi: tre anni di guerra in Europa hanno causato grandi sofferenze e non è ciò per cui l’UE è nata. Mi auguro che la diplomazia torni a fare il proprio dovere per promuovere il dialogo e, di conseguenza, la pace”,

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