Dialogo, educazione e lavoro. Sono questi i tre strumenti per edificare una pace duratura indicati da Papa Francesco nel messaggio per la 55esima Giornata della pace che si celebra oggi. Ma quello della pace, come ha voluto ancora una volta sottolineare il Pontefice, rimane un “cammino purtroppo lontano dalla vita reale di tanti uomini e donne. Nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti. In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una ‘architettura’ della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un ‘artigianato’ della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati“.
La prima giornata mondiale della pace
Questa ricorrenza celebrata dalla Chiesa Cattolica ha come scopo quello di dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione ed alla preghiera per la pace. Istituita da papa Paolo VI l’8 dicembre 1967, la prima Giornata mondiale della Pace è stata celebrata il primo gennaio 1968. “Sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa – all’inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo – che sia la pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire”, scriveva Papa Paolo VI nel messaggio per la giornata della pace. “La proposta di dedicare alla Pace il primo giorno dell’anno nuovo non intende perciò qualificarsi come esclusivamente nostra, religiosa cioè cattolica; essa vorrebbe incontrare l’adesione di tutti i veri amici della pace, come fosse iniziativa loro propria, ed esprimersi in libere forme, congeniali all’indole particolare di quanti avvertono quanto bella e quanto importante sia la consonanza d’ogni voce nel mondo per l’esaltazione di questo bene primario, che è la pace, nel vario concerto della moderna umanità”.
Il cammino verso la pace
Ma ad oggi, il cammino verso la pace sembra ancora irto di ostacoli. Ce lo ha ricordato Papa Francesco nel messaggio di Natale ai fedeli, prima della benedizione “Urbi et Orbi”, quando ha voluto ricordare i conflitti a “cui ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio“.
Un cammino, quello verso la pace, fatto di passi che piano piano ci avvicinano all’obiettivo. Come la campagna “Dividendo per la pace“ lanciata da oltre cinquanta premi Nobel e presidenti di Accademie della scienza nazionali che chiedono ai governi di tutti gli Stati Onu di “avviare trattative per una riduzione concordata della spesa militare del 2 per cento ogni anno, per cinque anni”.
O come i volontari dell’Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII che, dal 1992 anno della sua nascita, giorno dopo giorno vivono “con le popolazioni sotto assedio, condividendo le stesse condizioni di povertà o di pericolo che sono costretti a vivere i civili in guerra, sotto continui attacchi armati”.
Come non menzionare le persone che vivono nella Comunità di Pace di San José de Apartado: 500 contadini che, determinati a non lasciare le proprie terre, resistono in modo non violento al conflitto e alle minacce dei gruppi armati.
Quando il cambiamento viene promosso da un governo
Una svolta importante verso la pace arriva dalla Repubblica di San Marino. I Capitani Reggenti hanno promulgato, dopo un’approvazione all’unanimità, la Legge 2 dicembre 2021 n. 194: “Istituzione del Corpo Civile di Pace della Repubblica di San Marino e disposizioni in materia di volontariato internazionale”. Un passo importante che evidenzia come sia possibile – e non solo un miraggio – per uno Stato dotarsi di un corpo che promuova e difenda la pace, eliminando le spese per gli eserciti e per gli armamenti.
L’intervista
Una legge che arriva dopo oltre 10 anni da quando è stata presentata “l’Istanza d’arengo”, uno dei tre istituti di democrazia diretta della Repubblica di San Marino che consente ai cittadini di presentare richieste di pubblico interesse la prima domenica dopo il 1° ottobre e la prima domenica dopo il 1° aprile, in coincidenza con l’elezione dei nuovi Capitani Reggenti. Seppur approvata immediatamente, questa istanza si è arenata. Il 21 novembre 2017 è stata depositata una proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del Corpo Civile di Pace della Repubblica di San Marino, presentata in prima lettura il 6 marzo 2018. Interris.it ha intervistato Guido Rossi, membro della Comunità Papa Giovanni XXIII e primo firmatario della proposta di legge di iniziativa popolare.
La Repubblica di San Marino ha promulgato una legge per l’istituzione di un Corpo civile di pace. Che significato ha questa decisione?
“Si tratta di una decisione che oserei definire storica sia per il significato in sé, sia per le prospettive che si aprono. La scelta è nata dalla convergenza di due situazioni: da un lato la Repubblica di San Marino, uno Stato sovrano, senza esercito, senza stringenti impedimenti internazionali e che si troverebbe nelle condizioni ottimali per affrontare le problematiche della pace; dall’altro la realtà della Comunità Papa Giovanni XXIII che con l’Operazione Colomba già conosce, opera ed è presente da molti anni in territori di conflitto. I volontari attualmente entrano nei paesi luoghi di conflitto, molto spesso con permessi turistici, senza alcun riconoscimento dell’importantissimo compito che stanno svolgendo, né da parte del paese di origine, né del paese di destinazione, né di alcun organismo internazionale. Il significato di questa decisione è non solo il riconoscimento di questo volontariato, ma anche e soprattutto, l’assunzione da parte di uno Stato della titolarità di alcuni progetti e iniziative di pace. È da notare che si parla non di “Corpi civili di pace” al plurale, ma di “Corpo civile di pace della Repubblica di San Marino” al singolare, in riferito ad uno Stato sovrano”.
Quella della Repubblica di San Marino è una scelta che potrebbe sembrare controcorrente, soprattutto pensando a quanto gli Stati spendono in armamenti e personale militare. Potrebbe essere un esempio anche per altri Paesi? Come incentivare questo cammino verso la pace?
“Il Parlamento Europeo in passato aveva emanato dei documenti in cui invitava gli Stati all’istituzione di Corpi civili di pace. Di fronte al naufragare drammatico di tante iniziative basate sulle armi, certamente, la scelta di San Marino si pone in una direzione coraggiosa e la si potrebbe definire profetica. Inoltre, è da osservare che San Marino si troverebbe nelle condizioni di proporsi anche come una possibile sede di trattative internazionali per la risoluzione di conflitti”.
Sempre di più la nostra società sta riconoscendo l’importanza di promuovere la costruzione della pace. Come sensibilizzare le persone?
“La Legge approvata prevede altri due aspetti molto importanti in relazione alla pace. Il primo riguarda il coinvolgimento dell’Università di San Marino per promuovere corsi universitari sui temi della pace e l’inserimento, nella programmazione e formazione didattica ordinaria, della diffusione e approfondimento della cultura della pace. Il secondo aspetto è relativo alla promozione e il patrocinio di San Marino, di seminari e conferenze internazionali sulla pace. Si tratta di scelte concrete che vanno valorizzate e fatte fruttificare”.
Come la Comunità Papa Giovanni XXIII ha contribuito in questo processo?
“Tutto ha origine dall’esperienza concreta di volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII che si sono impegnati concretamente con la propria persona nei territori di conflitto, e dalle intuizioni di Don Oreste Benzi che hanno promosso e sostenuto queste scelte. Questa Legge è l’ultima tappa di una serie di iniziative che ha visto la Comunità impegnata da molto tempo e direttamente a partire dall’Area San Marino. Si richiamano in particolare due passaggi importanti: l’’Istanza d’arengo’ approvata dal Consiglio Grande e Generale di San Marino il 19 marzo 2010 e la Proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del Corpo Civile di Pace della Repubblica di San Marino, depositata il 21 novembre 2017, presentata in prima lettura il 6 marzo 2018”.
Quanto ha influito l’esperienza dell’operazione colomba?
“L’esperienza dell’Operazione Colomba è stata essenziale perché ha costituito la base concreta su cui fondare le richieste formalizzate e perché ha fornito le testimonianze operative che sono state rese note in alcune presentazioni pubbliche e in numerosi incontri con gli organismi istituzionali ad ogni livello. In particolare, sono stati essenziali i contributi di Antonio De Filippis e di Alberto Capannini”.
Papa Francesco ha affermato che al giorno di oggi nel mondo sia in corso una terza guerra mondiale a pezzi. Cosa porta l’uomo a fare la guerra e a rinunciare alla pace?
“Papa Francesco all’Angelus dell’8 dicembre riferendosi ai migranti ha detto: ‘Per favore guardiamo negli occhi gli scartati che incontriamo. Lasciamoci provocare dai visi dei bambini, figli di migranti disperati. Lasciamoci scavare dentro dalla loro sofferenza per reagire alla nostra indifferenza. Guardiamo i loro volti per risvegliarci al sonno dell’abitudine’. Ecco, la guerra è generata dall’incapacità e poi dal rifiuto, di guardarsi nel volto”.