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La risposta “dal basso” alla povertà energetica e all’emergenza climatica

L’intervista di Interris.it a Gianluca Greco, presidente della Comunità Cooperativa Melpignano nata nel 2011 come comunità energetica

A volte, la soluzione si trova in un terrazzo. Così nel cuore del Salento, oltre dieci anni fa, è nata la comunità energetica di Melpignano, un modo per autoprodurre e autoconsumare l’energia ottenuta da fonti rinnovabili, in questo caso il sole. Nel comune leccese, questa è la scintilla che acceso l’idea per una piattaforma di iniziative che creano valore per la comunità, tra cui risparmio economico e rispetto dell’ambiente, e formano cittadini sempre più consapevoli del bene comune. E oggi la bontà dell’intuizione viene confermata sia dall’impegno internazionale per l’emergenza climatica sia perché mette a riparo dagli aumenti in bolletta, allontanando lo spettro della povertà energetica.

Diritto all’energia

Quella di Melpignano, una delle prime della Puglia, è partita nel 2011 con la nascita della Comunità Cooperativa Melpignano formata da 71 soci, e vede oggi un parco di pannelli fotovoltaici installati sugli ampi terrazzi di una trentina di abitazioni che produce 157 kilowatt di potenza nominale, all’anno sono 212mila kilowattora. Oggi sono cento le comunità energetiche mappate da Legambiente negli ultimi tre anni, includendo quelle che sono in fase di progetto, di attivazione o già attive. Di queste, 16 sono operative, avendo completato l’iter presso il Gestore dei servizi energetici (Gse) e tre hanno ricevuto i primi incentivi statali. Le comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono state introdotte in Italia in modo sperimentale nel 2020 e sono soggetti giuridici di diritto privato che consentono di riunirsi per autoprodurre e condividere energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili. “In molti ci potevano pensare un decennio fa, ma si è cominciato ad affrontare la transizione energetica solo nel momento dell’emergenza”, dice a Interris.it Gianluca Greco, presidente della cooperativa di Melpignano, “l’accesso all’energia è un diritto da garantire a tutti, perché ne abbiamo bisogno per ogni attività. La povertà energetica è un problema sociale, quando non si riescono più a sostenere i costi delle bollette le aziende si fermano e i cittadini rimangono al freddo e al buio. Con l’attuale modello di produzione dell’energia gli Stati non riescono più a garantire questo diritto, per cui è giusto che i cittadini comincino a ragionare ‘dal basso’ e diventino consumatori consapevoli, anche per rispondere agli effetti del cambiamento climatico”.

Terrazzi fotovoltaici

Alla comparsa dei primi pannelli solari nel territorio, anche questo comune leccese ha cercato una soluzione che potesse fare al caso suo, “mantenendo un equilibrio tra i bisogno dell’uomo e l’aspetto naturalistico”, racconta Greco. “Bisogna essere creativi per trovare le soluzioni alternative”, continua il presidente della cooperativa, “dato che non volevamo installare gli impianti nei campi agricoli né deturpare il paesaggio, si è optato per mettere i panelli sulle terrazze delle nostre case”. Così, con 71 soci e 25 euro di quota da pagare per iscriversi, si è cominciato. Le domande presentate per gli impianti sono state 170 e ne sono state approvate 29. Alla cooperativa spettano l’installazione e gli oneri di gestione dei pannelli, così come gli incentivi statali, mentre le famiglie per vent’anni producono da sé l’energia che consumano, risparmiando sui costi in bolletta, mentre quella che non viene autoconsumata viene immesse nella rete nazionale. E dopo due decenni, i pannelli sono loro.

Sostenibilità ambientale

Da questa prima attività che genera “utilità e valore per l’ambiente e per noi”, hanno poi preso il via anche altre, sempre nel ramo della sostenibilità. Gli utili dell’energia vengono reinvestiti, per esempio, nelle “case dell’acqua”, che consentono ai cittadini di prendere acqua potabile dall’erogatore pubblico a poco prezzo – cinque centesimi a litro – che aiuta anche ad abbattere il consumo della plastica. “E’ acqua di ottima qualità, controllata sia da noi che dell’Asl”, illustra Greco, “ma ora temo che dovremo raddoppiare il prezzo dell’acqua gassata a causa degli aumenti nel settore”. Altri ambiti in cui la cooperativa ha fornito il suo contributo è nell’acquisto dei buoni mensa, delle lavagne interattive multimediali per le scuole melpignanesi, nell’organizzazione dei campi estivi, nella rigenerazione di un parco pubblico e nella nascita di un apiario di comunità. “Lavoriamo per rendere i cittadini e gli agricoltori consapevoli della sfida di tutelare la biodiversità, una sfida a cui si risponde tutti insieme”, prosegue il presidente.

L’ascolto dei bisogno

Per arrivare alla risposta, la cooperativa parte dai bisogni delle persone. “Dobbiamo rispondere ai soci e ai cittadini per cui per prima cosa dobbiamo tornare ad ascoltarli attivando processi partecipati a vari livelli, facendo eventi o anche andando a casa delle persone”, illustra Greco. Ulteriore sfida per questa realtà, è quella di sapersi muovere in una fascia in cui le istituzioni pubbliche sono più lente ad agire e i privati meno propensi a investire, se non ci vedono una convenienza. L’obiettivo comunque resta rendere sempre più consapevoli e coscienti le persone dei principi e dei valori che tengono insieme una comunità.

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