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Pet Therapy: il forte legame tra uomo e animale

Marta Orlando, presidente della GI.O.CA. associazione no-profit, spiega a Interris.it l'importanza della pet therapy e gli ambiti di applicazione

“Dovremmo guardare alla pet therapy con grande rispetto e interesse, riconoscendola come un’opportunità preziosa per migliorare la qualità della vita di molte persone. Non si tratta solo di un semplice contatto con un animale, ma di un vero e proprio percorso terapeutico basato sulla relazione e sull’empatia. Gli animali coinvolti non sono strumenti, ma compagni di viaggio che, con la loro sensibilità e naturale predisposizione al contatto umano, offrono conforto, supporto e stimolPet thi positivi. La pet therapy ci insegna quanto sia forte il legame tra uomo e animale e quanto questo possa essere d’aiuto in ambito sanitario, educativo e sociale”. E’ quanto ha dichiarato a Interris.it Marta Orlando, Istruttore cinofilo tecnico di paragility. responsable di attività AAA, coadiutore del cane e presidente della GI.O.CA. Pet Therapy Associazione no-profit.

L’intervista

Che cosa si intende per pet therapy? 

“Gli I.A.A. più comunemente conosciuti come pet therapy, sono interventi strutturati dove l’animale funge da mediatore e si suddividono in 3 tipologie: le Attività Assistite dagli Animali (AAA) consistono in interventi di tipo ludico ricreativo e di supporto psico-relazionale, finalizzati al miglioramento della qualità di vita di varie categorie di utenti; l’Educazione Assistita dall’Animale (EAA) inserisce il cane come tramite in percorsi educativi per bambini o adulti, o di rieducazione, nel caso in cui la disabilità abbia compromesso la capacità di memoria e/o apprendimento; la Terapia Assistita dagli animali (TAA) sono interventi individualizzati sul paziente, utilizzati a supporto delle terapie tradizionali, per la cura della patologia di cui egli è affetto. Esse sono finalizzate al miglioramento di disturbi della sfera fisica, motoria, psichica, cognitiva o emotiva. Sono progettate sulla base delle indicazioni sanitarie e psico-relazionali fornite dal medico e/o dallo psicologo-psicoterapeuta e prevedono precisi obbiettivi ed indicatori di efficacia”.

Prevalentemente, sono i cani ad essere addestrati per la pet therapy. Ma potrebbero essere impiegati anche altri animali? 

“Assolutamente sì, le linee guida prevedono l’utilizzo di cani, cavalli, asini, gatti e conigli, per quanto gli ultimi due vengono utilizzati in maniera minore”.

Quanto dura l’addestramento? Ci sono razze di cane più portate per questo compito?

“Io non parlerei di un vero e proprio addestramento, il cane ‘da pet Therapy’ non deve saper fare chissà cosa, deve essere un cane ben educato, socializzato e deve avere una naturale propensione al contatto umano, che è fondamentale. Deve aver avuto un percorso di crescita equilibrato, con più esperienze possibili e non deve avere paure. E’ importante che conosca i comandi di base, tipo: seduto, terra, resta, comandi che possano tornare utili durante l’attività con l’utente, ma soprattutto deve avere un buon rapporto con il suo conduttore, che sarà il suo punto di riferimento in situazioni di difficoltà che possono venire a crearsi durante una seduta. La nostra associazione tiene molto a questo concetto, perchè riteniamo sia fondamentale per una buona riuscita dell’intervento, la relazione che si instaura tra il cane e l’utente, un cane sotto comando e ‘forzato’ a stare in un determinato contesto, non sarà mai un buon terapista, non trasmetterà mai empatia. Il cane, da linee guida, non può lavorare prima di aver compiuto i 18 mesi di età e prima di aver conseguito l’abilitazione dal veterinario specializzato in IAA, che ne valuterà lo stato psico fisico e l’idoneità al lavoro, con controlli semestrali”.

Ci sono razze di cane più portate per questo compito?

“Sicuramente ci sono razze più predisposte a questo tipo di lavoro, per l’indole particolarmente socievole, vedi cavalier king, golden retriever, labrador, ma non è più così raro vedere all’opera in questo ambito, anche cani, che spesso vengono considerati potenzialmente pericolosi, tipo i pit bull, o i meticci”.

In quali ambiti può essere impiegata la pet therapy?

“Ambito sanitario: La Pet Therapy è spesso utilizzata in ambienti ospedalieri per alleviare lo stress e migliorare il benessere dei pazienti. Assistenza agli anziani: Gli animali domestici possono diventare compagni preziosi per gli anziani, riducendo la solitudine e promuovendo uno stile di vita attivo. Supporto emotivo: La Pet Therapy è particolarmente efficace per individui che affrontano disturbi dell’umore, ansia o stress post-traumatico. Educazione: Nell’ambito scolastico, la presenza di animali può favorire un ambiente educativo positivo, incoraggiando la partecipazione e la concentrazione”.

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