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L’orefice Michele Affidato ci racconta i suoi incontri con i Papi

Michele Affidato, maestro orafo crotonese, è noto a livello mondiale per le sue creazioni originali e di arte sacra

“Ho iniziato ad andare a bottega a lavorare l’oro a 12 anni, mentre andavo ancora a scuola. Nel 1987 sono diventato orafo aprendo una mia oreficeria nella mia città natale, Crotone. In oltre trent’anni di lavoro, mi sono specializzato in particolare nell’arte sacra. Questo, mi ha permesso di creare opere per chiese, cardinali e … gli ultimi tre Papi!”.

E’ il racconto di Michele Affidato, maestro orafo crotonese ormai noto a livello mondiale per le sue creazioni originali e per il sostanziale contributo della sua opera nell’arte sacra: icone, diademi, croci, pettorali, corone…ma anche restauro e valorizzazione di opere antiche.

La giornalista di In Terris, Milena Castigli, ha intervistato il maestro Affidato in merito agli incontri, toccanti, avuti in questi trent’anni con i tre Pontefici – Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco – e su come questi incontri gli abbiano cambiato la vita.

L’intervista al maestro Affidato

Maestro Affidato. Lei produce ogni  genere di gioiello nella sua bottega orafa. Perché ha scelto di specializzarsi in arte sacra?
“L’amore per l’arte sacra è nata già dai primi anni che andavo a bottega. Crescendo, mi sono sempre più appassionato e ho seguito percorsi di studio specifici, per esempio ho studiato due anni dottrina sociale della Chiesa, per comprendere meglio cosa fare”.

Secondo lei, il bello può avvicinare a Dio?
“Sì. La bellezza dell’arte sacra sta nella rappresentazione dei santi, della Madonna, della Santissima Trinità. In ogni epoca i fedeli hanno sentito il bisogno di rappresentare nel modo più bello possibile Dio o di abbellire con oro e pietre preziose le immagini sacre. Non si tratta di voluttà, ma di fede. La bellezza delle opere eleva lo spirito a Dio, perché Dio è Bellezza, Amore, Verità. Lui si rispecchia in tutto ciò che c’è di buono e di bello nel mondo”.

La Madonna di Capocolonna, a Crotone, uno dei lavori del maestro Affidato

Ha lavorato anche per i Pontefici. Che cosa ha realizzato?
“Ho avuto la fortuna nella mia vita di lavorare, più volte, per gli ultimi tre Papi, quelli che hanno accompagnato l’umanità dal vecchio al nuovo millennio. Per Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, tra le tante cose, ho inoltre avuto l’onore di realizzare il loro stemma papale”.

Gli stemmi papali: a sinistra quello realizzato per Benedetto XVI, a destra quello per Francesco

Lei ha incontrato tre Papi. Se dovesse descriverli ognuno con un aggettivo, quale userebbe?
“Non ho solo un aggettivo, perché ognuno di loro ha un carisma fortissimo. Karol Wojtyla [Giovanni Paolo II, ndr] è l’espressione della pace e al contempo della forza, specialmente nell’ultima parte della sua vita, quando era malato. Io l’ho incontrato varie volte in quel periodo e mi ha toccato il suo coraggio nel portare avanti la sua missione, nonostante tutto. Di Joseph Ratzinger [Benedetto XVI, ndr] mi ha colpito la fede e l’intelligenza: è un grande teologo ma umilissimo. Jorge Mario Bergoglio [Francesco, ndr] mi stupisce per la sua semplicità e per la vicinanza verso i poveri, che porta sempre nel cuore. Ognuno è luce del suo tempo”.

Tra i tanti che ha fatto, qual è stato l’incontro che l’ha più colpita con uno dei Pontefici e perché?
“Ogni incontro con ognuno di loro mi ha dato grandi emozioni e ha toccato profondamente la mia vita e il mio cammino di fede. Ma quello che più mi ha impressionato positivamente è stato con Karol Wojtyla. Ricordo quella volta che lo incontrai per fargli benedire un’opera sacra, i diademi realizzati per il Quadro della Madonna del Carmelo. Lui era già molto sofferente, perciò in Vaticano mi avvertirono che probabilmente l’udienza sarebbe saltata. Invece, nonostante la fatica, volle fare a tutti i costi l’udienza. In sala, incontrandolo e guardandolo negli occhi, ho visto tutta la forza di quell’uomo piegato ma non sconfitto dalla malattia. E’ stata un’emozione profonda che ha cementato la mia fede. Prego ancora per Lui che, tra l’altro, era devotissimo alla Madonna polacca di Czestochowa”.

L’udienza con Sua Santità Giovanni Paolo II, 3 luglio 2002

“Inoltre, proprio io – un piccolo orafo calabrese – ho avuto l’onore di realizzare i diademi e la corona con 11 stelle della Madonna di Czestochowa. I diademi impreziosiscono la Beata Vergine tanto amata da Papa Giovanni Paolo II, oggi santo”.

La Madonna nera di Czestochowa nel santuario di Jasna Gora, in Polonia

“Infine, è stato realizzato anche il gemellaggio tra il santuario di Crotone dove si venera la famosa Madonna di Capocolonna e quello polacco di Jasna Gora, dove viene venerata la Madonna di Czestochowa. Se questo non è un segno di San Giovanni Paolo II…”

Ascolta l’audio con il racconto del maestro Affidato in merito ai diademi della Madonna di Czestochowa.

 

 

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