Dalla collaborazione con i giornali locali fino alla direzione di Isoradio, nel mezzo l’esperienza a “Porta a Porta”, all’agenzia Europa della Tgr a Bruxelles, agli speciali di Rai vaticano e a “La Repubblica”. Alessandra Ferraro, ha vinto prestigiosi premi di giornalismo, tra cui il Premio nazionale di giornalismo Saint Vincent 2007, il Premio nazionale “Spadolini” 2013, il Premio Nazionale della Stampa cattolica per la TV 2016. Nel 2019 è stata insignita da Confindustria del riconoscimento “Eccellenze al lavoro”. Per la spiccata predisposizione al sociale, è stata inviata dal Segretariato Sociale della Rai in Burkina Faso per un progetto, in partenariato con il Ministero degli Esteri, finalizzato a formare i giornalisti della radio della capitale. Nel marzo 2019 ha fatto parte della delegazione vaticana inviata a Bangui, nella martoriata Repubblica Centrafricana, per una nuova struttura ospedaliera voluta da Papa Francesco e realizzata dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
I primi passi nel mondo del giornalismo
La carriera di Alessandra Ferraro, intervistata da Interris.it, è iniziata dopo aver conseguito la laurea in lettere. “Mi sono appassionata e innamorata di questa professione. Succesivamente ho fatto la scuola di giornalismo, ho partecipato e ho superato la selezione per la sede Rai della Valle di Aosta – racconta -. E’ stata una bellissima esperienza, è qui che ho mosso i miei primi passi nel mondo del giornalismo”. Le varie tappe della sua carriera l’hanno portata a vivere bellissime esperienze e multidisciplinari: come redattore ha avuto modo di essere sul campo, raccogliendo storie e testimonianze, facendo il giornalismo “con gli occhi”; l’esperienza come capo servizio che ha significato gestire un settore specifico della redazione e, poi, il ruolo di caporedattore ricoperto dal 2020 al 2023.
Gli anni del Covid e il titolo come Cavaliere al Merito
“A causa dello scoppio della pandemia, sono stati gli anni più faticosi. La sfida più grande era quella di poter essere ogni giorno servizio pubblico, e quindi continuare a dare le notizie – racconta -. Allo stesso tempo bisognava garantire la sicurezza all’interno della redazione, il rischio di contagio era molto alto. Ho avuto l’idea di dividere i giornalisti: una parte di loro lavorava dall’interno della redazione, gli altri erano ospitati nelle tende della Protezione Civile. Due redazioni a ‘compartimento stagno’: questo ci ha assicurato la messa in onda dei telegiornali perché nessuno si è contagiato. Esperienze importanti, difficili, ma edificanti”. Per la sua intuzione, per aver garantito la messa in onda del servizio pubblico, ma anche per aver diffuso un messaggio di speranza, nel 2021 Alessandra Ferraro è stata insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. “Il segreto per la gestione di una redazione è il lavoro di squadra”.
La nomina a direttore di Isoradio
Nel luglio del 2023, il consiglio di amministrazione della Rai ha nominato Alessandra Ferraro Direttore di Isoradio. “Sono grata perché con questa nomina l’azienda ha riconosciuto una professionalità e sono onorata perché è un lavoro di direzione che mi permette di gestire un gruppo di persone, quindici programmisti e registi interni, e una ventina di collaboratori esterni che sono i conduttori dei programmi – spiega la dottoressa Ferraro -. Isoradio è un brand facilmente riconoscibile con un palinsesto molto ricco, tra cui tutte le notizie su traffico e viabilità. Siamo l’unico canale Rai in diretta 24 ore al giorno, è molto importante perché accompagniamo il viaggiatore nel suo viaggio. Recentemente, abbiamo formato un piccolo gruppo di lavoro, composto da due giovani che quotidianamente raccontano le attività di Isoradio sui social. Un aspetto a cui tengo molto perché ci mette al fianco dei nostri ascoltatori”.
“Quel filo che ci unisce”
“Quel filo che ci unisce” è il titolo di un libro scritto da Alessandra Ferraro, nato dal rapporto con il padre e della famiglia. “Ho voluto ricordare mio padre, anche lui giornalista, sempre molto presente nella mia vita – racconta -. Dopo la sua morte, ho avvertito la necessità di restituire un pezzettino dell’amore che mi aveva dato. L’obiettivo del libro è quello di divulgare un messaggio ai giovani: di rendersi conto dell’importanza di una famiglia e di quel filo che ci unisce sempre e per sempre alle persone che ci sono accanto. Quel filo di amore che neanche la morte può spezzare“. Non si tratta solo di una storia biografica, nel libro infatti sono presenti contributi di medici e professori che non rivolgono la loro attenzione solo alla malattia, ma soprattutto alla persona che hanno davanti e alla sua cura. “Nel libro è presente la testimonianza di Mario Melazzini che, nonostante la malattia che lo ha colpito e lo ha costretto in brevissimo tempo all’uso della sedia a rotelle, sostiene con che ‘la vita va vissuta sempre in pienezza fino in fondo’. Un messaggio di speranza, non dobbiamo farci scoraggiare dalla malattia“.
I libri dedicati ai Pontefici
Nell’esperienza letteraria di Alessandra Ferraro troviamo dei libri dedicati ai Pontefici. “Aver incontrato personalmente Giovanni Paolo II è stato straordinario. Lui aveva un amore immenso per la natura, forse era proprio un ponte per arrivare a Dio. San Giovanni Paolo II ha scelto la Valle d’Aosta per ben 13 soggiorni – spiega -. Successivamente, questa piccola regione è stata scelta da Papa Benedetto XVI che, sicuramente non era un camminatore come il suo predecessore, nella quiete della Valle d’Aosta ha trovato lo spazio per studiare e meditare. Ero a Porta a Porta quando Benedetto XVI ha deciso di dimettersi, ho seguito il conclave che veniva fatto non per il decesso di un Pontefice ma per le sue dimissioni – aggiunge -. Emozioni che ho voluto raccontare in due libri, uno dedicato al rapporto dei pontefici con la montagna, l’altro dedicato a Papa Francesco che si intitola ‘Non guardate la vita da un balcone‘: un invito fatto soprattutto ai giovani di non stare fermi, immobili a guardare la vita, ma di sporcarsi le mani, incontrare le persone e diventare protagonisti della loro storia”.
La fede
Alessandra Ferraro è credente e la fede per lei è un sostegno e un incoraggiamento. “Dobbiamo testimoniare la nostra fede – afferma -, anche nelle nostre professioni, negli incarichi apicali che possiamo avere, non dobbiamo mai dimenticare di aiutare il prossimo che bussa alla nostra porta, di dare una parola di speranza, di incoraggiamento. Dobbiamo trovare nella preghiera la nostra forza, come se ci dissetassimo ad una fonte. La fede mi ha aiutato molto in diversi momenti della mia vita, come la morte improvvisa del mio papà – conclude -. Credo che oggi più che mai abbiamo bisogno di non dimenticare della nostra fede: basta soffermarci un attimo, ammirare la bellezza del creato e comprendere che per quanto lunga, la vita è breve e dobbiamo essere sostenuti dalla fede nel nostro cammino quotidiano“.