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Sos delle Nazioni Unite: “Situazione catastrofica nel Darfur”

Nella vasta regione semidesertica ma ricca di risorse sotterranee, è in atto, secondo l'Unicef, la "più vasta crisi umanitaria del pianeta"

Emergenza Darfur, vasta regione semidesertica ma ricca di risorse sotterranee. Si tratta, secondo l’Unicef, della “più vasta crisi umanitaria del pianeta”. Neppure nei campi per sfollati allestiti nello stesso Darfur o in altre aree del Sudan c’è sicurezza per i civili. Complici il sovraffollamento e la scarsa tutela delle forze dell’ordine locali, è sempre più diffuso l’uso della violenza sessuale come arma di ricatto e umiliazione ai danni di donne e bambini. “Grave la situazione in Sudan – avverte papa Francesco-. Cessi al più presto la violenza, sia ripresa la strada del dialogo. Invito tutti a pregare per i nostri fratelli e sorelle sudanesi”. I combattimenti tra il gruppo paramilitare e l’esercito sono entrati nella seconda settimana dopo una breve pausa. Più di 150 persone di varie nazioni hanno già raggiunto l’Arabia Saudita in una prima operazione di evacuazione dei civili. Intanto dal Sudan è cominciata un vero e proprio esodo. Gli Stati Uniti hanno completato l’evacuazione del personale della loro ambasciata, che al momento rimane chiusa. In corso anche l’uscita protetta dei cittadini francesi.

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Foto di Yusuf Yassir su Unsplash

In fuga dal Darfur

“Il Ciad orientale ospita già oltre 400mila rifugiati dal Sudan. E i nuovi arrivi stanno mettendo ulteriormente a dura prova i servizi e le risorse pubbliche del Paese, già sollecitate oltre misura”. È l’allarme lanciato dall’Unhcr, l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, secondo cui ci sono “milioni di persone in fuga nella regione” del Sudan. Negli ultimi giorni – secondo le stime dell’Unhcr – sarebbero tra le 10mila e le 20mila persone in fuga dal conflitto nella regione sudanese del Darfur per cercare rifugio nel vicino Ciad“. Pronti intanto a Gibuti gli aerei destinati a ricondurre in Italia 140 connazionali rimasti bloccati nel Paese, dove sono ripresi i combattimenti. E c’è blackout “quasi totale” di Internet nel Sudan scosso dai combattimenti. A riferito NetBlocks, un’organizzazione con sede a Londra che monitora l’accesso al web in tutto il mondo. “I dati di rete in tempo reale mostrano un collasso quasi totale della connettività Internet in Sudan con la connettività nazionale ora al 2% dei livelli ordinari“.

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Foto © Unicef

Malnutrizione

In Darfur occidentale, i tassi di malnutrizione hanno raggiunto la soglia d’emergenza nel campo di Zamzam, uno dei più grandi campi per sfollati interni di tutto il Sudan. È quanto risulta da un’analisi sui livelli di nutrizione e mortalità condotta da Medici Senza Frontiere (MSF) che, alla luce di questa situazione catastrofica, chiede un aumento immediato, coordinato e rapido della risposta umanitaria. C’è un urgente bisogno di distribuire cibo e denaro, così come di assistenza sanitaria, acqua e servizi igienici. Per questo è fondamentale l’azione delle agenzie ONU e delle organizzazioni internazionali che dopo aver evacuato il Darfur settentrionale ad aprile hanno una presenza limitata nell’area. Secondo l’analisi di MSF, quasi un quarto dei bambini risulta gravemente malnutrito. Con il 7% di loro affetto da malnutrizione acuta grave. I dati peggiorano tra i bambini con un’età compresa tra i sei mesi e i due anni. Il 40% di loro è malnutrito ed è affetto da malnutrizione acuta grave il 15%. Ovvero la soglia di emergenza per la malnutrizione acuta globale che richiede azioni urgenti. È allarmante anche il numero totale di decessi giornalieri nel campo. Con un tasso grezzo di mortalità di 2,5 ogni 10.000 persone al giorno. Più del doppio della soglia di emergenza. Inoltre, il 40% delle donne in gravidanza e in allattamento sono malnutrite. Per prevenire ulteriori perdite di vite umane, MSF è in azione per aumentare rapidamente la risposta nel campo di Zamzam per fornire cure ai bambini in condizioni più critiche. Tuttavia, la portata del disastro richiede una risposta molto più ampia di quella che MSF può fornire da sola.

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Foto: UNICEF

Catastrofe Darfur

“Quello che stiamo vedendo nel campo di Zamzam è una situazione assolutamente catastrofica“, afferma Claire Nicolet. Responsabile della risposta di emergenza di MSF in Sudan. “Secondo le nostre stime, nel campo muore almeno un bambino ogni due ore e 13 bambini muoiono ogni giorno. Coloro che sono colpiti da malnutrizione grave. E che non sono ancora morti sono ad alto rischio di morire entro 3-6 settimane in mancanza di cure. Potrebbero guarire se curati in una struttura sanitaria ma molti non riescono a raggiugerle”. Negli ultimi nove mesi, il già fragile sistema sanitario del Darfur settentrionale è crollato, così come l’intera risposta umanitaria. Nel campo di Zamzam MSF è l’unico attore sanitario attivo e la clinica di MSF, che è uno dei pochi centri sanitari del Darfur settentrionale pienamente funzionanti, è sopraffatta dall’alto numero di pazienti e dalla gravità delle loro condizioni cliniche. Le persone si spostano con gli asini o a piedi da villaggi distanti fino a 50 km dal campo per avere accesso all’assistenza sanitaria. E si accampano fuori dalla clinica durante la notte per far curare i propri figli.

Aiuti internazionali

“Prima dell’inizio del conflitto, nell’aprile dello scorso anno, le persone che vivevano nel campo dipendevano fortemente dagli aiuti internazionali per ogni cosa. Cibo, assistenza sanitaria, acqua potabile. Ora sono stati quasi completamente abbandonati”, spiegano gli operatori umanitari. “Da maggio non ci sono state distribuzioni di cibo da parte del WFP. Cioè da parte del Programma alimentare mondiale  Prima le famiglie consumavano due pasti al giorno, ora ci dicono che ne mangiano solo uno. Le persone soffrono la fame e i bambini muoiono di conseguenza“. Le condizioni nel campo sono terribili: oltre alla mancanza di assistenza sanitaria, fatta eccezione per la clinica di MSF, non c’è accesso all’acqua pulita. Le persone bevono dalle paludi o dal fiume, con il rischio di gravi diarree, la morte per i bambini già malnutriti, e malnutrizione e deterioramento delle condizioni di salute per i bambini sani.

Sudan
Foto di ammar nassir su Unsplash

Scorte di cibo

“Sono molti i fattori che hanno contribuito agli alti livelli di malnutrizione a cui stiamo assistendo. Gennaio è un periodo in cui la malnutrizione dovrebbe essere al minimo perché dicembre è il mese del raccolto e le scorte di cibo dovrebbero essere al massimo. Ma nell’ultimo anno le persone non hanno potuto seguire le loro coltivazioni a causa dell’insicurezza, e la poca produzione agricola che è stata possibile è stata inferiore alla media a causa delle scarse precipitazioni. Considerato che il periodo di picco della malnutrizione sarà tra aprile e settembre ci aspettiamo nei prossimi mesi un drastico aumento dei casi che hanno già raggiunto numeri enormi” continua Nicolet di MSF. Attualmente Medici Senza Frontiere è l’unica grande organizzazione internazionale che fornisce assistenza medica pediatrica gratuita in tutti e cinque gli stati del Darfur. L’ospedale pediatrico di El Fasher ha un totale di soli 78 posti letto per una popolazione di oltre 11 milioni di persone. Non è sufficiente per rispondere alle dimensioni di questo disastro.

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