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“Sollievo a domicilio”. Ecco cosa cambia per i caregiver familiari

Prima sperimentazione del progetto nell’Unione dei Comuni delle Terre d’Argine. Papa Francesco sottolinea la differenza tra i concetti di “inguaribile” e “incurabile”

Dalla parte dei caregiver. Il Papa richiama l’importanza del “prendersi cura” e dell’accompagnamento ai malati terminali e alle loro famiglie. Francesco sottolinea la differenza tra i concetti di “inguaribile” e “incurabile”. Riconoscendo che anche quando la possibilità di guarigione è minima, tutti i malati hanno il diritto di ricevere cure e accompagnamento a livello medico, psicologico, spirituale e umano. Ci possono essere momenti in cui le persone malate non sono in grado di comunicare o sembrano non riconoscere coloro che li circondano. Ma il Pontefice afferma che prendendoli per mano, si può comprendere che sono comunque in sintonia. Ciò dimostra l’importanza di essere presenti e di offrire un sostegno costante ai malati, indipendentemente dalla possibilità di guarigione. Jorge Mario Bergoglio mette in luce il concetto di “aver cura sempre”, anche quando la guarigione non è possibile. Questo concetto si basa sulle cure palliative, che forniscono non solo assistenza medica, ma anche un sostegno umano e vicino al paziente. Le famiglie delle persone malate non devono essere lasciate sole in questi momenti difficili. Il Papa richiama l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sul loro ruolo e sul disponibilità di risorse adeguate per offrire supporto fisico, spirituale e sociale. Servono, inoltre, guide spirituali, operatori sanitari e famiglie in grado di fornire sostegno completo e amorevole ai malati terminali. Il Pontefice invita ad abbandonare ogni tipo di discriminazione o abbandono. E ad abbracciare il principio fondamentale della dignità umana, che implica il diritto di ogni persona, indipendentemente dalla sua situazione di salute, di ricevere un’adeguata cura e accompagnamento in ogni fase della vita, specialmente durante la fase terminale.

caregiver
Foto di Manuel Alvarez da Pixabay

Modello-caregiver

Caregiver sul territorio. Un progetto pilota vede coinvolti l’Unione dei comuni delle Terre d’Argine e il Distretto Sanitario di Carpi. La cooperativa sociale “Anziani e non solo”, la società Jointly – prima B Corp italiana nel corporate wellbeing -. E l’agenzia per il lavoro Umana. “Sollievo a domicilio” punta a sostenere, attraverso il coinvolgimento di operatori specializzati, i familiari di persone con disabilità e non autosufficienti per alleviarne il carico di cura. Attraverso i fondi pubblici, il caregiver che ne ha necessità può richiedere un aiuto acquistando un pacchetto di ore di supporto. Per chi ha un proprio caro con Isee fino a 10.000euro o esente perché riconosciuto disabile il servizio sarà interamente a titolo gratuito. Mentre per chi supera questa soglia sarà comunque applicato un costo agevolato, nettamente inferiore a quello di mercato. Grazie al contributo pubblico che coprirà le spese di coordinamento, monitoraggio, analisi e profilazione dei bisogni affidate ad “Anziani e non solo“. Le ore saranno acquistabili su una piattaforma informatica fornita da Jointly, che consentirà l’emissione di un “titolo servizio“. Il personale sociosanitario, altamente qualificato, verrà fornito, invece, da Umana. Un doppio valore quindi. Aiuto sia ai caregiver, sia a chi è in cerca di lavoro. Per tutti gli ammessi al servizio sarà comunque possibile un mese ”di prova” gratuito per verificarne l’effettiva aderenza ai bisogni. Attraverso una convenzione denominata “boccata d’aria” fra l’Ausl- distretto Sanitario di Carpi (di concerto con i Servizi sociali dell’Unione delle Terre d’Argine) e la cooperativa sociale “Anziani e non solo”, partirà il progetto pilota. Nella speranza che possa essere di esempio su tutto il territorio italiano.

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Foto di Sabine van Erp da Pixabay

Sollievo

“Questa forma di sollievo, innovativo a livello nazionale è frutto della sperimentazione avvenuta con successo nel nostro territorio. E ha l’obiettivo di consentire al caregiver di ‘prendere fiato’. Recuperando tempo per i propri obiettivi di vita e al tempo stesso garantendo continuità assistenziale al proprio caro a domicilio”, evidenzia Licia Boccaletti, presidente della cooperativa sociale “Anziani e non solo”. Luigi Polesel è il responsabile dell’area specialistica servizi alla persona di Umana spa. E afferma: “Proporre alle famiglie personale adeguatamente formato e capace di svolgere questa funzione di sollievo, così importante e centrale per il benessere del caregiver, consente di offrire nuova qualità e riconoscimento al lavoro di cura delle persone fragili”. Per quattro ore settimanali, e per un massimo di sei mesi, il caregiver sarà sostituito da un operatore appositamente formato in grado di svolgere le principali funzioni del caregiver. Dopo una prima fase di reciproca conoscenza sarà possibile anche attivare il ‘sollievo’ per un intero weekend. L’attivazione del servizio sarà preceduta da un’analisi del profilo assistenziale domiciliare attraverso un colloquio con un assistente sociale dedicato. Gli interventi saranno costantemente monitorati per verificare la soddisfazione dell’utenza. I caregiver interessati potranno rivolgersi ai servizi sociali dell’Unione delle Terre d’Argine che, sulla base del carico di cura e del livello di stress, attiveranno il percorso.

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Foto di Jon Tyson su Unsplash

Servizio di assistenza

“Siamo davvero orgogliosi – spiega Francesca Rizzi, amministratore delegato Jointly – di fare da apri pista a questo importante progetto che speriamo possa essere solo il primo di tanti e venga replicato in molti Comuni italiani. Sostenere chi giornalmente si fa carico delle cure dei propri familiari bisognosi è una necessità e un dovere sociale, soprattutto alla luce del fatto che viviamo in un Paese in cui l’aspettativa di vita si sta progressivamente allungando e dove oggi quasi un cittadino su 4 (il 24,1%) ha più di 65 anni, secondo gli ultimi dati Istat”. Il servizio di assistenza ai caregiver tramite personale specializzato viene offerto anche ai lavoratori di alcune realtà aziendali, in sette grandi città del centro nord. Si tratta però in questo caso di un progetto di cui possono usufruire solo i lavoratori di quelle aziende che adottano il programma specifico promosso da Jointly per i lavoratori caregiver “Jointly care“, a testimonianza del fatto che, tali iniziative, possono essere promosse con successo anche all’interno del mondo aziendale.

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