A Camerino regalo di Natale per l’intera comunità. E’ stata completata a ridosso delle festività natalizie la ristrutturazione del collegio Bongiovanni di Camerino, ribattezzato “Residence Next Generation” e di proprietà della Curia vescovile. Venti mesi di intensi lavori per recuperare i danni causati dalle scosse sismiche del 2016. L’inaugurazione dei locali ristrutturati è avvenuta alla presenza, tra gli altri, della sottosegretaria dell’Università e della Ricerca Augusta Montaruli. Del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. Del commissario straordinario alla ricostruzione post terremoto, Giovanni Legnini. E del rettore dell’ateneo camerte, Claudio Pettinari. A fare gli onori di casa l’arcivescovo, monsignor Francesco Massara e il sindaco Roberto Lucarelli. “Questa è la prova che la ricostruzione si può fare e si può fare bene – ha detto l’arcivescovo Francesco Massara -. È una ricostruzione strutturale, sociale ed economica. E’ un segno tangibile che se c’è la collaborazione tra tutti gli enti gli obiettivi si possono raggiungere. È la più grande struttura che si riapre oggi nel centro storico. Con 130 posti letto che saranno affidati all’Università di Camerino. E quindi destinati agli studenti. Quest’opera è una speranza anche per gli altri che devono iniziare ancora la ricostruzione“.
Voce da Camerino
Per raccontare la rinascita post-sisma della comunità. In terris ha intervistato la studentessa Claudia Vitturini che ha portato la sua testimonianza all’inaugurazione del Residence Next Generation. Nata a Fermo nel 1997, cresce e vive a Servigliano. Diplomata nel 2016 al Liceo Classico “Annibal Caro” di Fermo, il 4 ottobre 2017 si immatricola all’Università degli Studi di Camerino e inizia il suo percorso di studi universitario in Medicina Veterinaria. Dal 2018 fa parte del Consiglio degli Studenti dell’Università di Camerino. Prima come rappresentante in Senato Accademico (fino al 2021) e poi come rappresentante del corso di Medicina Veterinaria. Tra le esperienze più significative, lo scautismo, un impegno e una passione coltivati per 15 anni, dal 2005 al 2020.
Da studentessa a Camerino come vive questo momento di rinascita della città dopo il sisma?
“Quello che provo è un profondo e sincero senso di gratitudine. Mi sono immatricolata all’Università degli Studi di Camerino nell’ ottobre 2017 o, come dico io, negli anni del “RI-”: RIcominciare, RIpartire, RIcostruire, RInascere. Purtroppo, non ho avuto il piacere di vivere da studentessa a Camerino prima del sisma, ma ho sempre sentito dire che era una città splendida, piena di vita e di movimento: la costruzione della struttura “Next Generation” è un passo decisivo verso il ritorno a quella vita che tanto desideriamo RIvedere e RIvivere. Certo, la strada da fare è ancora lunga, ma l’importante è iniziare a camminare, tenendo lo sguardo fisso verso la meta. Come studentessa poi, non potrei essere più orgogliosa di così: le persone che lavorano nell’Ateneo e che vivono in questo territorio hanno una forza e una determinazione incredibili, che riescono a trasmettere a tutti noi studentesse e studenti, che a nostra volta ci sentiamo coinvolti in questa missione: far RIfiorire questa città”.Cosa rappresenta per gli studenti e la comunità di Camerino l’apertura del collegio “Next generation”?
“La prima parola che mi viene in mente è “DONO”: a differenza del regalo, il dono si riceve in maniera inaspettata e ci fa provare felicità. Il collegio “Next Generation” è un dono immenso che ci hanno fatto il nostro arcivescovo e tutte le persone che hanno collaborato per permetterne la costruzione. Sarà dovere di ogni studentessa e studente custodirlo e, se possibile, renderlo ancora più bello, in modo tale che chi arriverà in futuro troverà una struttura sempre più accogliente. Il nome stesso, “Next Generation”, fa pensare infatti al continuo scambio, tra generazioni, di questo bene ricevuto, per il quale non smetteremo mai dire “GRAZIE”. L’altra parola che mi viene in mente è “POSSIBILITÀ”: è possibile SCEGLIERE di studiare e formarsi qui all’Università di Camerino, città che vuole far sapere che non ha mai smesso di offrire una formazione di qualità e prestigio e che è pronta ad accogliere sempre più studentesse e studenti”.
L’arcidiocesi di Camerino-San Severino ha collegato la ricostruzione fisica e spirituale dell’area terremotata alle esigenze di sostegno allo studio. Cosa significa questo per chi a Camerino studia per costruire il proprio futuro?
“Credo che, all’Università, le studentesse e gli studenti debbano costruire la propria identità formandosi prima di tutto come brave PERSONE, e poi come bravi PROFESSIONISTI.
In una società dove il principale messaggio che viene veicolato è “pensa a ciò che fa star bene te”, c’è bisogno di individui che siano in grado di pensare a ciò che è bene per tutte e tutti; la costruzione del collegio “Next Generation” è un esempio fortissimo di questa inversione di pensiero: fare del bene agli altri, alla propria comunità, porta alla crescita e allo sviluppo. La crescita personale non può prescindere dalla relazione con gli altri, dalla condivisione di esperienze, dall’empatia, dalla spiritualità: tutte cose che non possiamo imparare dai libri, ma dalla vita quotidiana. La costruzione del collegio permetterà a tante persone di incontrarsi, di scambiarsi idee, di studiare insieme, di condividere la propria vita e le proprie esperienze. Credo, infatti, che lo scopo principale del nostro Ateneo sia formare donne e uomini del futuro, PERSONE e PROFESSIONISTI, che assistono quotidianamente a lezioni frontali, certo, ma soprattutto a vere e proprie lezioni di vita”.Qual è il suo percorso di studi universitario e quali sono i suoi progetti dopo la laurea?
“Nel 2017 mi sono iscritta a UNICAM e ho iniziato il mio percorso universitario presso il corso di Medicina Veterinaria a Matelica, sede collegata di Camerino. Proprio lo stesso giorno in cui ho ricevuto la notizia dell’inaugurazione del collegio “Next Generation” mi è stato chiesto, a distanza di poche ore, se fossi soddisfatta del mio percorso universitario: domanda alla quale ho risposto ovviamente con enorme entusiasmo, specificando che sono orgogliosa del mio percorso universitario soprattutto perché ho fatto esperienza della vita universitaria “a tutto tondo”, studiando e partecipando attivamente come rappresentate, in continua formazione come PERSONA e PROFESSIONISTA. Il “dopo la laurea” mi spaventa e mi entusiasma allo stesso tempo: più vado avanti e più idee mi vengono in mente per il mio futuro, le porte che si stanno aprendo sono diverse… Una cosa però è certa: vorrei restituire il bene che ho ricevuto, alla “prossima generazione”. Probabilmente farò un’esperienza all’estero ma per poi tornare e cercare di migliorare il mio territorio, al quale sento di essere profondamente legata: sarebbe il massimo se potessi restituire tutto questo bene proprio a UNICAM!”