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Assi (Aaiu): “In soccorso dell’Ucraina nel nome dell’amicizia”

A metà dicembre il “Convoglio Riccardo Bonacina” ha viaggiato dall’Italia all’Ucraina per donare un mezzo di soccorso al Paese in guerra. L’intervista di Interris.it a Carlo Assi, presidente dell’Associazione amicizia Italia Ucraina, promotore dell’iniziativa e non solo

Duemilaseicento chilometri separano la sede della sezione di Cernusco sul Naviglio della Croce Bianca Milano da Kharkiv, città ucraina quasi al confine con la Federazione russa. È la distanza coperta dall’ambulanza donata da Croce Bianca Milano Onlus alla fondazione di volontari ucraini Svit ta Ukrayina, nell’ambito di una missione umanitaria promossa su iniziativa dell’Associazione amicizia Italia Ucraina (Aaiu). “Gli ucraini sono vessati dalla guerra, ma non sono spezzati, non si vogliono arrendere e hanno una carica vitale esemplare”, dice a Interris.it Carlo Assi, presidente di Aaiu e autista, insieme a Luca Puleo, socio dell’associazione, e Donato Zurlo, del Movimento europeo di azione non violenta (Mean), del mezzo di soccorso. I tre si sono alternati al volante fino a Leopoli, passando per Vienna, dove hanno consegnato il veicolo e l’attrezzatura che trasportavano ai volontari arrivati da Kharkiv. “Dopo questo viaggio siamo ancora più consapevoli che nessuno è troppo ‘piccolo’ per fare la differenza”, aggiunge. Un gesto compiuto anche nel nome di Riccardo Bonacina, colonna portante del giornalismo sociale italiano e fondatore della testata Vita, tra gli ideatori del Mean, venuto a mancare l’11 dicembre scorso, sei giorni prima della partenza del convoglio che gli è stato poi dedicato.

Foto per gentile concessione di Associazione amicizia Italia Ucraina (Aaiu)

Gli inizi

Aaiu è nata a Cernusco sul Naviglio, in Lombardia, a inizio 2024, per dare una forma più specifica all’impegno in favore degli ucraini, sia quelli rimasti nel loro Paese che quelli arrivati sul territorio italiano e accolti già dal marzo 2022 in due appartamenti adibiti ad alloggi comunali temporanei. “Conoscemmo quelle due famiglie nell’ambito del programma ‘Volontari per la pace’ di Avis Nazionale e ci attivammo; non molte settimane dopo capimmo che la guerra sarebbe andata avanti a lungo”, racconta il presidente. Il territorio ha una storia di collaborazione tra le realtà presenti, a partire dal Protocollo del 9 maggio del 2006, firmato da AVIS, Aido, Avo (volontari ospedalieri) e Croce Bianca per lavorare insieme. Per due volte da qui sono partiti per Kiev tir carichi beni di prima necessità, indumenti pesanti, presidi sanitari e alimentatori per affrontare gli inverni 2022-’23 e 2023-’24, resi ancora più duri dai bombardamenti russi che colpivano le infrastrutture energetiche ucraine per lasciare la popolazione al buio e al freddo.

Foto per gentile concessione di Associazione amicizia Italia Ucraina (Aaiu)

Autoambulanze

Autoambulanza che viene, autombulanza che va. Nel 2023 uno di questi mezzi, non più funzionante perché danneggiato a Kharkiv dalle mitragliatrici dell’esercito russo, stava facendo il giro delle piazze d’Europa in una tournée espositiva ideata dall’organizzazione lussemburghese LUkraine per sensibilizzare i cittadini europei sulla situazione in Ucraina e per sostenere iniziative in favore della popolazione ucraina, come la raccolta fondi per donare 112 mezzi tra camion dei pompieri e ambulanze. Sul sito dell’iniziativa, Ukraineiscalling.com, si dà conto di 72 sono già inviati. “Quando l’abbiamo saputo ci siamo attivati perché facesse tappa a Cernusco” – dov’è stata dal 25 al 27 luglio scorso – “e abbiamo aiutato Ua.Mi, associazione nata dalla diaspora ucraina a Milano, a portarla nel capoluogo lombardo”, racconta Assi. Il passo successivo è stata la proposta alla Croce Bianca di Milano di mandare un’ambulanza a far il percorso inverso, dall’Italia all’Ucraina. “Il presidente Vincenzo Tresoldi mi ha risposto che ce n’era una che faceva al caso nostro, che a dicembre avrebbe concluso il suo servizio per l’emergenza e urgenza in Lombardia e ancora perfettamente funzionante”, continua il presidente di Aaiu. I preparativi per la spedizione cominciano a metà settembre e in tre mesi il veicolo viene sistemato e revisionato, rifacendo la livrea, affiggendo i loghi delle associazioni che hanno dato il patrocinio all’operazione, da LUkraine ad Avis, un supporto in tre lingue che spiega trattarsi di un dono da Croce Bianca Milano a Svit ta Ukrayina. Aggiunta dell’ultimo minuto, l’adesivo con il volto di Riccardo Bonacina. “Riccardo è stato tra i primi ad andare in Ucraina e ha aiutato a far diventare azione la nostra sensibilità. Saputo della sua scomparsa gli ho voluto dedicare il viaggio”, ricorda Assi. In tre mesi, il convoglio è pronto per partire, trasportando beni di soccorso medici, come bendaggi, lacci emostatici, una barella donata da Avis nazionale.

Foto per gentile concessione di Associazione amicizia Italia Ucraina (Aaiu)

Da Cernusco a Kharkiv

Sono le 6:30 di mattina del 17 dicembre quando l’autoambulanza e il furgone di Giuditta Rescue Team, un collettivo di Casina de’ Pecchi unitosi alla “carovana”, partono alla volta dell’Ucraina. Prima tappa Vienna, poi la sera del 18 dicembre il convoglio è alla frontiera polacco-ucraina e nella notte si arriva a destinazione, Leopoli. Qui li accoglie padre Michele, sacerdote e vicerettore del seminario cittadino, che parla bene italiano per aver studiato teologia alla Pontificia università gregoriana a Roma. E’ il loro punto di riferimento in città. “Un interlocutore prezioso anche per qualsiasi nostra iniziativa futura”, sottolinea Assi. Il 19 dicembre la delegazione viene ricevuta dal vicesindaco di Leopoli Andriy Moskalenko, poi le chiavi dell’ambulanza passano di mano, a Vyacheslav Alexandrovic Pidgorny, Alexander Ivanovic Pidgorny e Arthur Kovalev, che partono alla volta di Kharkiv, oltre mille chilometri più in là. “Hanno ricevuto il nostro dono con grande compostezza e dignità”, prosegue Assi, “sono voluti ripartire la sera stessa per tornare a prestare soccorso”.

Foto per gentile concessione di Associazione amicizia Italia Ucraina (Aaiu)

Spirito intatto

L’Europa e i segni della guerra sono presenti simultaneamente a Leopoli. “Una grande città, piena di vita, con la movida giovanile” – racconta – “ma a un incrocio abbiamo visto i cavalli di Frisia messi all’inizio del conflitto, sacchi di sabbia sotto le finestre del comune, in giro i generatori a gasolio nel caso vada via la corrente”. Gli eventi successivi al 24 febbraio 2022 hanno imposto all’amministrazione cittadina e ai suoi abitanti di dare “prova della grande resilienza di chi non si vuole arrendere”, secondo le parole di Assi, con l’accoglienza di mezzo milione di profughi dal resto del Paese, la realizzazione di un grande ospedale traumatologico e ortopedico e il prato del Campo di Marte diventato un cimitero di guerra da quattro sepolture al giorno. “Il vicesindaco mi ha donato un braccialetto giallo con la parola ‘unbroken’ in blu”, continua Assi, “come lo spirito degli ucraini, vessati ma non spezzati, con una gran carica vitale. Basta vedere quei giovanissimi che fanno sport ed evoluzioni pur con un arto bionico”.

Foto per gentile concessione di Associazione amicizia Italia Ucraina (Aaiu)

Nel nome dell’amicizia

La spedizione umanitaria, oltre ad essere un concreto atto di prossimità, tocca corde interiori che attivano la coscienza. “Questa esperienza ci ha reso più consapevoli che nessuno è troppo ‘piccolo’ per fare la differenza”, commenta il presidente di Aaiu. “Un pezzo di Europa è sotto attacco, l’Ucraina si sente europea e non vuole cedere la propria lingua, la propria libertà, la propria democrazia. Il supporto dei governi occidentali ha impedito che questi presidi venissero scacciati”, spiega il presidente Aaiu. La connessione tra persone si rivela la chiave per conservare questi valori. “Ora che siamo diventati interlocutori degli ucraini vogliamo strutturarci meglio e organizzare una rete coesa per continuare a dare aiuti”, illustra Assi. “Siamo nati nel nome dell’amicizia e questa non si esaurisce nel soccorso, ma la daremo in tutte le forme, sociali, culturali e relazionali, possibili, senza limiti di tempo. La necessità di amicizia non viene mai meno”, conclude.

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