La voce degli ultimi

martedì 4 Marzo 2025
10.1 C
Città del Vaticano

La voce degli ultimi

martedì 4 Marzo 2025

Un albero per ricordare Carlo Urbani nel “Giardino dei Giusti”

La cerimonia avrà luogo mercoledì 6 marzo dalle ore 8,30, alla presenza della moglie Giuliana Chiorrini e di Roberto Gigli dell'Aicu, l'associazione intitolata al medico di Castelplanio (Ancona)

Nella Giornata dei Giusti un albero per ricordare il medico martire che ha scoperto e contribuito a sconfiggere la Sars. Un albero per ricordare Carlo Urbani nel “Giardino dei Giusti” nel giardino dell’stituto IIS Galilei di Jesi (Ancona) sarà piantato dagli studenti per ricordare la figura di Carlo Urbani, il medico e microbiologo dell’Oms che, il 29 marzo 2003, morì a Bangkok contagiato dalla Sars, il virus che per primo aveva identificato contribuendo a circoscrivere l’epidemia. La cerimonia avrà luogo mercoledì 6 marzo dalle ore 8,30, alla presenza della moglie Giuliana Chiorrini e di Roberto Gigli dell’Aicu, l’associazione intitolata al medico di Castelplanio. La cerimonia arriva in concomitanza con la solennità civile della Giornata europea dei Giusti, per diffondere i valori della responsabilità, della tolleranza e della solidarietà. Il programma inizia con stand e laboratori organizzati da quattro classi dell’istituto aderenti ad un progetto dedicato a Urbani, per conoscere le attività dell’Aicu e di Medici senza Frontiere, a seguire il racconto di Vincenzo Varagona, autore del libro “Il medico della Sars. Carlo Urbani raccontato da quanti lo hanno conosciuto”. Poi l’incontro con parenti a amici di Urbani, e la cerimonia di messa a dimora della peonia regale offerta dal Lions Club idi Jesi. Inoltre verrà ricordata Benedetta Blasi, la studentessa di Castelplanio uccisa recentemente da un male incurabile, affrontato con grande coraggio.

Ssn
Foto di Darko Stojanovic da Pixabay

Albero della memoria

Carlo Urbani dedicò la sua vita e la professione ai malati nelle zone più povere del pianeta, “anche in contesti di povertà, genocidi e guerre civili, per curare ma nel frattempo denunciare, testimoniare e far sapere”, spiega la scuola. Nel 1999, nominato presidente della sezione italiana di Medici senza Frontiere, ritirò ad Oslo il Premio Nobel per la Pace. Nel 2000, assunto all’Oms organizzazione mondiale della sanità come coordinatore delle politiche sanitarie contro le malattie parassitarie nel sud-est asiatico, si trasferì con tutta la famiglia ad Hanoi, in Vietnam, dove individuò la Sars e definire un protocollo per arginarla. Carlo Urbani nasce a Castelplanio, in provincia di Ancona, il 19 Ottobre 1956. “Già da giovane si dedica ai più bisognosi ed è una presenza costante nell’ambito parrocchiale: collabora a raccogliere le medicine per Mani Tese, promuove un Gruppo di solidarietà che organizza vacanze per i disabili, entra a fare parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale; suona inoltre l’organo e anima i canti. Il suo grande amore non è solo per il prossimo, ma anche per la bellezza, per la musica e per l’arte“, ricorda Pierluigi Fiorini. Il desiderio di prendersi cura delle persone sofferenti lo porta a scegliere gli studi di Medicina e la specializzazione in malattie infettive. Dopo la laurea, lavora in un primo tempo come medico di base, poi diviene aiuto nel reparto di malattie infettive dell’Ospedale di Macerata, dove rimane dieci anni. Nel frattempo sposa Giuliana Chiorrini. Insieme avranno tre figli: Tommaso, Luca e Maddalena.

albero
Foto di valelopardo da Pixabay

Al servizio dell’uomo

“Sono gli anni in cui Carlo comincia a sentire più forte il richiamo ad assistere i malati dimenticati, trascurati dai paesi opulenti, dai giochi di potere, dagli interessi delle case farmaceutiche. Con altri medici organizza, dal 1988-89, dei viaggi in Africa centrale, per portare aiuto ai villaggi meno raggiungibili. Ancora una volta la sua comunità parrocchiale lo accompagna e lo sostiene con un ponte di aiuti alla Mauritania- ricostruisce Pierluigi Fiorini-. La conoscenza diretta della realtà africana gli rivela con chiarezza che le cause di morte delle popolazioni del Terzo Mondo sono troppo spesso malattie curabili – diarrea, crisi respiratorie – per le quali mancano i farmaci che nessuno ha interesse a fare giungere a un mercato così povero. Questa realtà lo coinvolge al punto che decide di lasciare l’ospedale, quando ormai ha la possibilità di diventare primario“.  Nel 1996 entra a fare parte dell’organizzazione Médecins Sans Frontières e parte insieme alla sua famiglia per la Cambogia, dove si impegna in un progetto per il controllo della schistosomiasi, una malattia parassitaria intestinale. Anche qui rileva le forti ragioni sociali ed economiche del diffondersi delle malattie e della mancanza di cure: si muore di diarrea e di Aids, ma i farmaci per curare la infezione e le complicanze sono introvabili. “Nella sua veste di consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per le malattie parassitarie ha l’opportunità di ribadire ulteriormente che la causa primaria del diffondersi delle malattie è la povertà. Come Medico Senza Frontiere, l’interesse primario di Carlo è nella cura dei malati, tuttavia non può tacere sulle cause che provocano quelle sofferenze“, evidenzia Pierluigi Fiorini.

Albero
Foto di Isaac Fryxelius da Pixabay

Nobel

Nel gennaio del 2000 Carlo Urbani dichiarò al quotidiano Avvenire: “Io mi occupo come consulente dell’Oms delle malattie parassitarie. In tutti i consessi internazionali si ripete che la causa è solo una: la povertà. In Africa ci sono arrivato fresco di studi. E sono stato ‘deluso’ dallo scoprire che la gente non moriva di malattie stranissime: moriva di diarrea, di crisi respiratorie. La diarrea è ancora una delle cinque principali cause di morte al mondo. E non si cura con farmaci introvabili. Una delle ultime sfide che Msf ha accolto è la partecipazione alla campagna globale per l’accesso ai farmaci essenziali. Ed è lì che abbiamo destinato i fondi del Nobel”. Nell’aprile del 1999 viene eletto presidente di Msf Italia. In questa veste partecipa alla delegazione che ritira il premio Nobel per la pace assegnato all’ organizzazione. “Dopo la Cambogia, il suo impegno lo porta nel Laos, e quindi in Vietnam. Nelle ultime settimane di vita si dedica con coraggio alla cura e alle ricerche sulla Sars, la terribile malattia respiratoria che minaccia il mondo intero“, puntualizza Pierluigi Fiorini. E’ perfettamente conscio dei rischi che corre, tuttavia, parlandone con la moglie, osserva: “Non dobbiamo essere egoisti, io devo pensare agli altri”. All’inizio di marzo si reca a Bangkok per un convegno, nulla lascia intuire che abbia contratto il contagio. Dopo l’arrivo i sintomi si manifestano con forza e Carlo Urbani, tra i primi a occuparsi della malattia, capisce benissimo la propria situazione. Ricoverato in ospedale a Bangkok avverte la moglie di far tornare in Italia i figli, che vengono subito fatti partire. L’amore per il prossimo che lo ha accompagnato tutta la vita, lo fa rinunciare anche all’ultimo abbraccio per evitare ogni possibilità di contagio. La moglie gli resta vicina, ma nessun incontro diretto è più possibile. Dopo avere ricevuto i sacramenti, Carlo Urbani muore il 29 marzo 2003.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario