L’abbandono scolastico, attesta Openpolis, precoce riguarda i giovani che lasciano gli studi con la sola licenza media. Un fenomeno grave. Sia per le sue cause più frequenti (disagio economico e sociale). Sia per gli effetti a breve e lungo termine (difficoltà di trovare lavoro e aggravamento delle disuguaglianze). Oltre 7 studenti su 10 hanno pensato di lasciare la scuola. La causa principale? Lo stress. Il dato emerge da un sondaggio condotto da ScuolaZoo su un campione di 1200 studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Il numero eccessivo di verifiche e interrogazioni spinge gli studenti verso l’abbandono scolastico: al secondo posto, la perdita d’interesse per le materie studiate. I ragazzi e le ragazze che abbandonano gli studi infatti provengono spesso da contesti sociali più difficili e da famiglie in difficoltà economica. Per un giovane, lasciare gli studi prima del tempo significa avere più difficoltà nel trovare un’occupazione stabile: oggi ancora più che in passato. Ciò comporta anche maggiori probabilità di ricadere nell’esclusione sociale, rendendo di fatto ereditario lo svantaggio di partenza.
Sos abbandono
Troppe verifiche e interrogazioni, perdita di interesse per le materie studiate e conflittualità con i docenti. Sono questi i motivi principali per cui gli studenti italiani delle scuole secondarie di secondo grado hanno pensato almeno una volta – e in modo concreto – di abbandonare la scuola. Il dato emerge da un sondaggio realizzato dal media brand ScuolaZoo, il cui focus sono i giovani e l’istruzione. Con l’obiettivo di esplorare il rapporto fra gli studenti e la scuola italiana in particolare rispetto al tema della dispersione scolastica e dell’orientamento all’università e al lavoro. Il 92% degli studenti si ritiene poco o per nulla soddisfatto del sistema scolastico attuale, mentre il 74,30% ha seriamente considerato di abbandonare gli studi dopo la scuola dell’obbligo. Le ragioni sono diverse: perdita di interesse per le materie (25%), bullismo e conflitti vari (18%), ma lo stress eccessivo causato da compiti e interrogazioni risulta essere il motivo principale (45%). E alla domanda “Per te scuola è futuro?” il 60,88% degli studenti ha risposto di no. L’indagine ha coinvolto 1.200 studenti, equamente divisi tra maschi e femmine, e con il 66,36% in quinta superiore. La maggioranza delle risposte proviene da studenti di istituti tecnici (31,6%).
Perdita di fiducia
Secondo gli studenti interpellati, il 76,32% degli intervistati crede che l’abbandono scolastico sia principalmente attribuito alle carenze del sistema scolastico piuttosto che alla responsabilità degli studenti. Inoltre, circa il 60% degli studenti delle scuole professionali non ritiene che queste istituzioni preparino adeguatamente al mondo del lavoro. Nonostante una certa fiducia nelle attività di orientamento offerte dalle scuole, gli studenti continuano a informarsi sul futuro principalmente attraverso siti internet (58,78%) piuttosto che affidarsi ai riferimenti scolastici. ScuolaZoo è una società del gruppo OneDay. “Anzi, siamo la prima società del gruppo, quella da cui tutto è nato- spiegano gli operatori-. Abbiamo 5 milioni di follower sui social, tutti ragazzi e ragazze dai 13 ai 20 anni. Portiamo 15 mila persone in viaggio ogni anno e siamo famosi per i nostri diari, che finiscono sui banchi di centinaia di migliaia di studenti”.
Approccio alla vita
“Questi dati ci dicono molto della GenZ – commenta Valerio Mammone, editor in chief di ScuolaZoo – una generazione che tanto a scuola quanto sul posto di lavoro fatica ad accettare carichi di lavoro squilibrati che vanno a limitare altri aspetti della vita. Questo atteggiamento viene spesso etichettato dagli adulti come una forma di pigrizia e debolezza, ma non è così. Si tratta di una nuova cultura, di un nuovo approccio alla vita. Una vera e propria rivoluzione, di cui è fondamentale tenere conto per non creare una spaccatura ancora più grande fra vecchie e nuove generazioni, fra studenti e scuola. Il modo giusto per farlo? Non rimuovendo gli ostacoli, ma aiutando i ragazzi a comprenderli e a superarli. Con l’aiuto di specialisti e figure dedicate alla loro crescita umana e professionale”.
Agenda Ue
Nell’ambito dell’agenda 2020, riferisce Openpolis, l’Unione europea aveva fissato come obiettivo che – entro quell’anno – i giovani europei tra 18 e 24 anni senza diploma superiore (o qualifica professionale) fossero meno del 10% del totale. A livello continentale, il target è stato raggiunto, dal momento che nel 2020 la quota si è attestata al 9,9% L’obiettivo continentale, in vista del 2030, è stato ulteriormente abbassato di un punto (9%) con una risoluzione del consiglio europeo del febbraio 2021. Nel 2021 gli abbandoni precoci riguardano il 9,7% dei giovani europei, con una prevalenza tra i ragazzi (11% in Ue) rispetto alle ragazze (8%). L’Italia è uno dei paesi in cui il fenomeno incide maggiormente. Nel nostro paese il 12,7% dei residenti tra 18 e 24 anni ha lasciato la scuola con al massimo la licenza media e non è coinvolto in percorsi di istruzione o formazione.