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Vita e martirio di san Giosafat, patrono dell’Ucraina

Prima monaco, poi vescovo, la vita di Giosafat Kuncewycz trascorse nel pieno delle lotte tra gli ortodossi tradizionalisti e gli uniati di rito greco. Un contesto storico del quale fu martire

Parlare dell’Ucraina, in questi tempi, parlare dell’Ucraina. Il pensiero, infatti, corre inevitabilmente al 24 febbraio del 2022, quando i soldati della Russia hanno invaso questa nazione dell’Europa Orientale. E, chiaramente, alle migliaia di morti provocati dal conflitto, da una parte e dall’altra, oltre che alle distruzioni di città intere, cadute sotto i bombardamenti. Ma il 12 novembre, è l’occasione per ricordare la figura del patrono dell’Ucraina: san Giosafat Kuncewycz.

Giosafat Kuncewycz, da monaco a vescovo

Egli nacque nel 1580 a Volodymyr, una cittadina nel nord-ovest della stessa Ucraina, da genitori appartenenti alla nobiltà, nello stesso periodo di lotte tra gli ortodossi tradizionalisti e gli uniati di rito greco. Gli uniati si erano congiunti alla Chiesa Cattolica con l’Unione di Brest, dopo il Concilio di Firenze (1451-1452), riconoscendo il Papa come guida della Chiesa Universale. Nel 1604 divenne monaco, entrando nel monastero di San Basilio a Vilnius in Lituania. E qui nel 1617 iniziò la riforma che portò alla nascita dell’Ordine Basiliano di san Giosafat. Sempre in quell’anno divenne vescovo di Vitebsk, una città della Bielorussia. Un anno dopo è nominato arcivescovo della Chiesa cattolica di rito bizantino dell’arcieparchia di Polack.

Un compito difficile

Il suo compito si dimostrò difficile e complesso, avendo come obiettivo quello di perseguitare il clero rimasto fedele all’ortodossia. E nell’autunno del 1623, il 12 novembre, dopo una sanguinosa rivolta, venne ucciso e il suo corpo gettato nel fiume Dvina. Fu beatificato il 16 maggio del 1643 dal pontefice Urbano VIII ( 1623-1644) e proclamato santo il 29 giugno del 1867 da Pio IX ( 1846-1878).

Le reliquie in San Pietro

Nel 1916 le reliquie di san Giosafat furono portate a Vienna. Solamente nel 1963 papa Paolo VI ( 1963-1978) volle che fossero poste sotto l’altare dedicato a San Basilio Magno, nella basilica di San Pietro in Vaticano. In precedenza, nel 1923 con l’enciclica Ecclesiam Dei, Pio XI (1922-1939) aveva voluto ricordare i trecento anni dal martirio di san Giosafat. C’è da aggiungere infine, che al Gianicolo, a Roma, ha sede il Pontificio Collegio ucraino di San Giosafat, che ospita i religiosi di quella stessa nazione di passaggio a Roma.

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