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“Umili servitori del Papa e della Chiesa”

I duecento anni di storia della Gendarmeria Vaticana “sono attraversati da un unico filo conduttore”, che è “il servizio al Papa, la fedeltà alla Chiesa, la disponibilità verso il prossimo”. Con queste parole cariche di fierezza, il comandante Domenico Giani è intervenuto oggi in occasione della presentazione alla stampa presso la Filmoteca vaticana del docufilm ‘Custodire e Proteggere. La Gendarmeria Vaticana’.

La pellicola del regista Cesare Cuppone, realizzata dal Ctv e da 'Officina della Comunicazione', racconta questo valoroso Corpo attraverso le voci narranti degli stessi gendarmi. La prospettiva è dunque originale, perché si focalizza sui dettagli dell’impegno quotidiano lasciando emergere aspetti umani dei protagonisti. Le emozioni e il senso d’appartenenza traspaiono in modo eloquente. Così come la fede nella Chiesa e la fedeltà al Papa, immutati in due secoli di storia.

Il comandante Giani ci tiene a dedicare il docufilm al Santo Padre Francesco, il quale “ci accompagna con amore paterno, con grande affetto e con molta stima per il lavoro che svolgiamo”, che è – ha aggiunto – “offerto al Signore che guida i nostri passi”.

Professione di fede che trapela anche dalle parole degli altri Gendarmi protagonisti della pellicola: una giovane recluta, un dirigente, un membro in congedo. Con la compostezza tipica dell’uomo d’armi, gli intervistati non nascondono l’importanza della preghiera che accompagna il loro servizio. Trova spazio anche la testimonianza di mons. Sergio Pellini, cappellano del Corpo.

Ma emerge chiaramente anche il valore che essi danno alle proprie famiglie, il cui coinvolgimento si intreccia con la delicata missione che svolgono. “Lo svolgimento del nostro servizio è tale – ha detto Giani – proprio perché ci sono le famiglie che ci accompagnano”.

Il docufilm serve anche a rendere noti dettagli del lavoro efficiente e discreto che sta dietro l’organizzazione della sicurezza del Papa. Le telecamere accompagnano i Gendarmi durante i sopralluoghi nei Paesi visitati dal Pontefice, effettuati in accordo con le autorità locali per verificare la fattibilità del viaggio. Spazio anche al processo di formazione dei Gendarmi, con riprese esclusive e testimonianze sulla peculiarità del servizio svolto. “Difendere il Santo Padre – dice a tal proposito un Gendarme intervistato – non è come difendere un qualsiasi capo di Stato, perché il Santo Padre è un pastore, e come tale sta in mezzo alla gente”.

Nel filmato viene spiegato che i protocolli di sicurezza del Santo Padre sono cambiati e sono stati gradualmente aggiornati a cominciare dal 13 maggio 1981, una data che resta scolpita nella storia della Chiesa. Il giorno dell’attentato a Giovanni Paolo II è raccontato dalla viva voce di un Gendarme in congedo, che era presente in piazza San Pietro. Egli rammenta i momenti concitati immediatamente successivi agli spari e la vigilanza incessante che lui prestò fuori dall’ospedale durante il ricovero del Papa. Con intrepido amore per il suo ruolo, egli afferma che sarebbe stato pronto a sacrificare la propria vita pur di difendere quella del Pontefice.

Il sacrificio della propria vita per la causa che si è scelto di servire professionalmente è un cardine attorno a cui ruota, senza ostentazione ma con giudizio e senso del dovere, il racconto offerto dal docufilm. L'austerità militare si mischia poi con l'umanità, con i sorrisi e anche con i momenti di commozione che le attività del Papa non mancano di fornire.

Come ha spiegato prima della proiezione mons. Dario Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, ‘Custodire e Proteggere. La Gendarmeria Vaticana’ sarà trasmesso in seconda serata su RaiUno il prossimo 29 dicembre. Nel 2018 è invece prevista l’uscita del Dvd distribuito dalla “San Paolo”.

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