“In Sicilia recenti interventi del governo regionale hanno avviato un dibattito, talora molto aspro”, sottolinea monsignor Antonio Staglianò. Un dibattito, sottolinea il presule siciliano, che “ha coinvolto non solo l’opinione pubblica e le forze politiche, ma anche diversi organi dello Stato“.
Il dovere di dimostrarsi umani
Aggiunge monsignor Staglianò: “E’ forte il rammarico che nella circostanza, come purtroppo altre volte in passato, tutto ciò ha sollevato polemiche sterili. Senza grande attenzione alla complessità del fenomeno migratorio. E al fatto che i migranti sono anzitutto persone (per i credenti visita di Cristo!). Per cui è necessario essere attenti alla loro concreta condizione. Al loro dolore. E ai loro sogni e alle motivazioni che li spingono ad affrontare rischi, spesso mortali, pur di aprirsi a una speranza di futuro”.
Condizioni di dialogo
Monsignor Staglianò lo ha detto in occasione del convegno di Pozzallo dal titolo “Umani e Sicuri. Diritti e doveri degli ospitanti”. Per il presule “urge anzitutto ristabilire le condizioni di un dialogo fecondo”. Un dialogo che “non sia salottiero, ma porti a proposte concrete, volte a ‘governare’ un fenomeno così complesso“. Monsignor Antonio Staglianò respinge al mittente le accuse di una ‘chiesa politicizzata‘”.
Dottrina sociale
Osserva il Pastore della diocesi di Noto: “Quando i vescovi intervengono sui migranti (e soprattutto il Papa), si esprimono attingendo una e diretta fonte. Cioè il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa. Non sono né di destra, né di sinistra (categorie che oggi non dicono nulla sulla questione umana dei migranti). Ma sono della Chiesa, cioè manifestano il pensiero della Chiesa cui appartengono”.