Inizia l’annuale pellegrinaggio ebraico alla sinagoga di Ghriba sull’isola di Djerba, in Tunisia, la costruzione di culto ebraico più antica dell’Africa. Secondo la tradizione, infatti, Ghriba è stata fondata nel 586 a.C. da ebrei che fuggivano la distruzione del tempio di Salomone ad opera dei babilonesi. Per l’evento, sono attesi migliaia di pellegrini da tutto il mondo, in particolare da Gran Bretagna, Francia e Italia.
Imponenti le misure di sicurezza messe in atto dal governo tunisino già colpito economicamente dal calo turistico avvenuto dopo l’attacco da parte di estremisti islamici al museo archeologico del Bardo, avvenuto il 18 marzo scorso e costato la vita a 24 persone. Il settore del turismo contribuisce al 7% del Pil nazionale.
Nel 2002 il pellegrinaggio degli ebrei a Ghriba è stato preso di mira da un attentato suicida di Al Qaeda, che ha causato 21 morti. Lo stesso Netanyahu ha messo in guardia i pellegrini dichiarando che vi sono “concrete minacce” di attacchi terroristi contro ebrei o israeliani in Tunisia. Ma il governo tunisino ha ribattuto che le minacce sono infondate e che Israele cerca di “danneggiare la reputazione” del Paese e ha schierato barriere e posti di blocco sulle strade verso l’isola e attorno al quartiere ebraico di Hara Kbira.
La Tunisia è stato inoltre il primo Paese – dopo le primavere arabe – a dotarsi di una nuova costituzione che garantisce cittadinanza piena a tutti i cittadini, ebrei, musulmani e cristiani, e prevede la difesa della libertà di coscienza, ossia la libertà di avere o non avere una religione e la libertà di cambiare religione. Il pellegrinaggio annuale alla sinagoga di Ghriba rappresenta la cartina tornasole del livello di sicurezza garantito ai non musulmani in un Paese, che si proclama laico, a larghissima maggioranza islamica (circa il 97%).