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Prete nega la comunione al politico pro-aborto

Niente comunione a chi si trova in uno stato di peccato mortale. Lo insegna la Chiesa cattolica da sempre, fin dai tempi degli Apostoli. E il canone 915 del Codice di Diritto Canonico impone poi ai pastori di trattenere la Santa Comunione a chi “ostinatamente persevera in peccato grave manifesto”. Deve essersi rifatto a questo passaggio del Codice padre John Hogan, parroco della diocesi irlandese di Meath, carmelitano scalzo e fondatore della “Fraternità di San Genesio”, associazione privata di fedeli laici, il quale ha rifiutato di dare la comunione a un parlamentare del partito di centro-destra Fianna Fáil, Robert Troy, perché favorevole all'aborto. L'episodio – come riporta Church Militant – si è verificato durante un funerale avvenuto presso la Chiesa di San Nicola, nel villaggio di Multyfarnham (Diocesi di Meath).

Il voto al referendum

Troy, in precedenza su posizioni pro-vita, ha dichiarato pubblicamente di aver votato per l’aborto nel referendum sull’aborto del maggio 2018: in quell'occasione i cittadini d'Irlanda hanno deciso di eliminare l'ottavo emendamento della Costituzione, aggiunto nel 1983, che di fatto rendeva praticamente sempre illegale l'aborto. L'Ivg era consentita solo laddove fosse in pericolo la vita della donna, un'unica eccezione che derivava dal Protection of Life During Pregnancy Act approvato nel 2013 sull'onda dell'emozione provocata dalla morte di una donna incinta alla quale era stato rifiutato l'intervento. A seguito di quella consulta, molti esponenti della Chiesa si erano espressi in modo molto netto. Tra costoro mons. Kevin Doran, della diocesi di Elphin, il quale aveva denunciato i politici che sostengono l'aborto, osservando che essi hanno “scelto una posizione che è chiaramente fuori della comunione con la Chiesa”.

L'insegnamento di Benedetto XVI

Sulla questione può essere utile ricordare quanto indicò nel 2004 Benedetto XVI in un suo scritto intitolato “Essere degni di ricevere la Santa Comunione. Principi generali”. Papa Ratzinger elencò sei punti; il quinto afferma: “Riguardo al peccato grave dell'aborto o dell'eutanasia, quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull'aborto e l'eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull'insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all'oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l'eucaristia“. 

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