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PAPA FRANCESCO: “UNITI PER VINCERE L’AIDS”

“Uniti si vince”. Questo, in sintesi, il messaggio di papa Francesco, che esprime la sua stima per tutte quelle persone che sono impegnate a salvare vite umane, in particolare con terapie anti-retrovirale. Questi sforzi “sono una testimonianza della possibilità di un risultato positivo quando tutti i settori della società si uniscono per uno scopo comune; tutti i progressi nella farmacologia, nella terapia e nella ricerca, possano essere accompagnati da un fermo impegno a promuovere lo sviluppo integrale di ogni persona”.

Il messaggio del Papa, firmato dal Segretario di Stato Parolin, è stato inviato al dott. Julio Montaner, co-presidente della Conferenza e direttore del Centro Aids dell’Ospedale di San Paolo di Vancouver. Un istituto di ispirazione cattolica, distintosi per la cura dell’Aids, che è riuscito a dimostrare che la diagnosi precoce e il trattamento dei pazienti che hanno contratto l’Hiv, non solo salva vite umane, ma è anche efficace al 96% nella prevenzione e diffusione del virus. Gli studi recenti hanno dimostrato che l’assunzione di farmaci antiretrovirali dai malati, oltre a sostenerne lo stato di salute, ha un ruolo fondamentale nella prevenzione.

Tema principale della conferenza è stato “Il Trattamento come Prevenzione”. Gli esperti sono concordi sul fatto che ci sono prove scientifiche indiscutibile che dimostrano come l’Aids potrebbe non essere più un’emergenza sanitaria entro il 2030, solo se il 90% di tutte le persone affette potessero avere una diagnosi corretta ed iniziare la terapia. Per raggiungere questi obiettivi, è necessaria una mobilitazione a favore delle nazioni più povere che ancora non beneficiano di cure anti Hiv; solo 15 milioni di persone possono accedere alle cure del virus, a differenza dei 22 milioni che ancora non se lo possono permettere (molti di loro non sanno nemmeno di essere contagiati).

Mons. Robert Vitillo,  consigliere speciale della Caritas Internationalis per l’Aids, ha presentato l’impegno delle organizzazioni cattoliche contro questa patologia, in particolare soprattutto nell’Africa sub-sahariana. Il presule ha anche segnalato i notevoli risultati raggiunti dal “Progetto Dream”, sponsorizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, in diversi Paesi africani. Oltre il 25% delle strutture che nel mondo assistono i malati di Aids sono infatti cattoliche, facendo della Chiesa il primo partner dello Stato nella lotta contro questa patologia.

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