Si è concluso il primo “processo più breve” per la dichiarazione di nullità di un matrimonio secondo le procedure riformate da Papa Francesco. A emettere la sentenza è stato l’Arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi. Il “libello”, cioè la richiesta di avviare un processo davanti al Tribunale Ecclesiastico Regionale Flaminio, competente per le diocesi di Bologna e Romagna, era stato depositato il 18 marzo; in 4 mesi e due giorni la conclusione del procedimento.
“Si è così raggiunto uno degli obiettivi, fortemente voluti da Papa Francesco, di abbreviare i tempi dei processi per venire incontro alle attese delle persone ferite dal fallimento della loro esperienza matrimoniale”, spiega la Curia. La procedura continua a fare riferimento “all’immutata dottrina sulla indissolubilità del matrimonio, perché solo quando si raggiunga la prova della nullità attraverso un regolare processo, si può emettere la sentenza”.
Oltre la celerità dei tempi, la riforma di Papa Francesco, porta il Tribunale Ecclesiastico ad andare incontro alle persone perché gli interrogatori si svolgono presso le Curie del territorio di domicilio dei richiedenti. Questo primo esempio, spiega la nota, ha dimostrato la praticabilità e l’efficacia della riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, entrata in vigore lo scorso 8 dicembre, “offrendo un ulteriore servizio alla verità del matrimonio e al bene della famiglia”.