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Non solo Natale: gli ebrei celebrano Hannukkah o Festa delle Luci

Sono molti coloro che confondono Hannukah e Natale cristiano, o pensano che questa festa sia una sorta di Natale in versione ebraica. Nota anche con il nome di Festa delle Luci, Hanukkah o Chanukkà, commemora la consacrazione del nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme avvenuta nel 161 a.C.

In quel tempo, infatti, in Giudea il re greco Antioco Epifane ordinò a tutta la gente ebrea di rinunciare al proprio Dio, alla propria religione e ai propri costumi in nome della religione greca. I tempi giudaici furono così distrutti, profanati ed utilizzati per altre divinità. Alcuni ebrei obbedirono al loro re, altri si rifiutarono. Tra questi vi era Giuda Maccabeo che, con quattro suoi compagni, combattè per tre anni per riavere il Tempio di Gerusalemme. Una volta riuscito nell’intento la prima cosa che fece fu purificare il Tempio e ri-dedicarlo (Hanukkah significa infatti “dedica”) al proprio Dio. Giuda ed i suoi compagni per farlo avevano però bisogno di una grande quantità d’olio benedetto, ma trovarono solo una piccola ampolla. Per miracolo questa tenne accesa la luce del tempio per otto notti.

La celebrazione dura ancora oggi otto giorni ed è l’unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo tra due mesi: inizia a infatti a Kislev e finisce in Tevet, che corrispondono più o meno al nostro novembre e al nostro dicembre. In nome delle luci accese un tempo, la caratteristica fondamentale è l’accensione dei lumi di un particolare candelabro ad otto braccia chiamato chanukiah.

Numerose comunità ebraiche celebrano la ricorrenza in maniera pubblica: il presidente della comunità, o rabbino capo, tiene un breve discorso di benedizione, accende le candele ed inaugura la festa. I presenti iniziano poi a intonare inni gioiosi, eseguono i balli tipici e giocano con il dreidel (simile ad una trottola). Il dolce più famoso della festa è invece il sufgagnà che, essendo fritto nell’olio, vuole ricordare l’olio consacrato che tenne in vita la luce del Tempio.

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