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Mozambico, appello per la pacificazione nazionale

Le proteste si sono intensificate quando la Corte Costituzionale ha confermato la vittoria di Chapo

“In Mozambico non si smarrisca la fiducia nella democrazia, giustizia e pace“, ha invocato all’Angelus il Papa. Francesco ha espresso preoccupazione per i disordini post-elezioni nel Paese africano che finora hanno causato deciso di vittime. “Se stanno uccidendo i miei fratelli, io sarò lì così che possano farmi quello che vogliono”. Così Venâncio Mondlane, il candidato del partito dell’opposizione che afferma di aver vinto le elezioni presidenziali mozambicane, ha dichiarato che tornerà dal suo esilio. Il candito del Podemos (Partito ottimista per lo sviluppo del Mozambico), arrivato secondo nelle elezioni presidenziali contesta il risultato del voto che ha visto la vittoria di Daniel Chapo candidato del Frelimo (Fronte di liberazione del Mozambico, al potere dal 1975). In risposta all’appello alla protesta lanciato da Mondlane migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade del Mozambico. Da allora si sono susseguiti scontri tra dimostranti e forze dell’ordine con morti e feriti.

Mozambico
Foto di Avel Chuklanov su Unsplash

Proteste in Mozambico

Le proteste, riferisce l’agenzia missionaria Fides, si sono intensificate quando il 23 dicembre la Corte Costituzionale ha confermato la vittoria di Chapo. Oltre ai morti (stimati in circa 300) e i feriti, l’opposizione denuncia arresti arbitrari da parte della polizia. Approfittando del caos, circa 6000 detenuti sono evasi dalla prigione di Maputo. Negli scontri tra guardie carcerarie e detenuti sono morte almeno 30 persone. L’insediamento di Chapo è previsto il 15 gennaio. Mondlane ha dichiarato invece che sarà a lui a insediarsi anche a costo della vita. La grave crisi che scuote il Mozambico sta avendo gravi ripercussioni sui Paesi vicini. L’ex presidente della Tanzania Jakaya Kikwete è stato incaricato di guidare una delegazione della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) per cercare di risolverla. Nel frattempo i vicini del Mozambico stanno valutando l’adozione di misure concrete per proteggere le vie commerciali regionali, i corridoi umanitari e le forniture energetiche transfrontaliere. I porti mozambicani bloccati dalle proteste, sono infatti vitali per le regioni orientali del Sudafrica, e per Zimbabwe e Malawi. Le violenze post elettorali hanno inoltre provocato la fuga di migliaia di mozambicani nei Paesi confinanti. L’arcivescovo di Maputo, Mons. João Carlos Hatoa Nunes ha invitato i fedeli a non arrendersi di fronte a questa situazione. Nella sua omelia per la festa della Sacra Famiglia, monsignor Nunes ha affermato: “Questo è un contesto di tensione e incertezza che richiede resilienza, fede e, soprattutto, speranza da parte di tutti noi. Nonostante le difficoltà che affrontiamo, siamo chiamati a non perdere la speranza, ma a rinnovare la nostra fiducia nella trasformazione che solo Dio può portare”.

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