San Francesco di Assisi, diacono, fondatore dell’Ordine Francescano e patrono d’Italia. Assisi (Perugia), 1182 ca.- Assisi, 3/10/1226. E’ il figlio di un ricco mercante di stoffe, Pietro di Bernardone, e di una donna di origine francese di nome Giovanna, detta “Pica”. La madre, per imitare la nascita del Salvatore, lo partorisce in una stalla della casa; al Battesimo gli viene dato il nome di Giovanni in onore del Battista. Il padre, al ritorno da un viaggio di lavoro in Provenza, aggiunge il nome di Francesco in onore della Francia, nazione dove realizza sempre lauti guadagni.
Avvenimenti
• Ha una giovinezza spensierata e frivola: dopo alcuni tentativi di ottenere gloria con il mestiere delle armi, accetta la voce del Signore, che gli chiede di “riparare la Chiesa” mediante un ritorno radicale al Vangelo.
• Le chiese, specie se abbandonate, sono il luogo di raccoglimento che predilige; tre ne restaura anche materialmente: San Damiano, San Pietro e la Porziuncola.
• Nel 1209 fonda un nuovo ordine religioso che, per umiltà, chiama Ordine dei Frati minori; esso ha un rapido sviluppo, tanto che, dopo dieci anni, al capitolo generale, sono presenti 5 mila frati.
• La radicalità evangelica proposta da Francesco ha un importante influsso sulla Chiesa del suo tempo, bisognosa di apostoli che la riportino sulla via del Signore.
• Nel 1219, ordinato diacono, si reca in Palestina per evangelizzare i musulmani, ma la sua missione fallisce.
• La sua Regola è approvata da Onorio III nel 1223.
• Debilitato nel fisico dalle dure penitenze, entra nell’ultima tappa della sua vita, che segna la sua perfetta conformazione a Cristo anche fisicamente col suggello delle stimmate, ricevute sul monte della Verna il 14 settembre 1224.
• Autore del Cantico di Frate Sole, protagonista dei Fioretti, è uno dei santi più amati del mondo intero, anche in ambienti molto lontani dalla cultura cristiana e occidentale
• E’ il primo stimmatizzato della Chiesa cattolica.
Aneddoti
• Confessa candidamente che prova un sentimento d’orgoglio ogni volta che distribuisce l’elemosina ai bisognosi.
• Durante una notte viene svegliato da un confratello che non resiste ai morsi della fame. Francesco fa preparare la tavola e mangia insieme a lui per non farlo sentire a disagio.
• Mentre predica ad Alviano le sue parole si sentono con difficoltà per il garrire delle numerose rondini. Francesco si rivolge verso gli uccelli dicendo loro di smetterla improvvisamente fanno silenzio.
• Esige da un suo frate che ha raccolto una moneta che la deponga, con la bocca, su dello sterco in mezzo alla strada.
• Durante la malattia chiede ai suoi frati di dire alla sua conoscente Giacomina de’ Settesoli che gli prepari quel dolce di marzapane che varie volte gli ha fatto gustare.
• Dante Alighieri, parlando di Francesco, scrive: «Nacque al mondo un sole».
Aspetto fisico
Di statura modesta, è piuttosto magro e ha capelli e barba scuri.
Personalità
Tommaso da Celano, suo primo biografo, scrive: «Egli era gentile, cortese, buono, semplice: santo tra i santi e tra i peccatori come uno di loro».
Doni mistici e soprannaturali
Estasi, discernimento degli spiriti, profezia, visioni, scienza infusa delle Scritture. Stimmate: non solo le ferite ma anche i chiodi.
Spiritualità
Il suo ideale è la conformazione a Cristo obbediente al Padre e crocifisso. “Coloro che lo incontravano non avevano l’impressione di trovarsi di fronte a un santo imitatore di Gesù, bensì sembrava loro di incontrare Cristo stesso ritornato in terra” ( Tommaso da Celano). Si considera l’ultimo degli uomini, il più vile peccatore; afferma che se gli assassini e i ladri avessero ricevuto tutte le grazie che il Signore gli ha concesso, sarebbero stati sicuramente migliori di lui. Gesù per Francesco non è solo il Signore onnipotente e a Giudice supremo: è soprattutto il Redentore, pieno di amore, che vuole la salvezza di tutti gli uomini da lui amati profondamente. Grande fedeltà alla Chiesa cattolica: per tre volte e a tre diversi papi chiede l’approvazione della sua Regola. Costanti della sua spiritualità sono la letizia e la gioia cristiana, derivanti dal vivere radicalmente il Vangelo. Abbraccia la povertà per seguire Cristo con dedizione e libertà assoluta. Tormentato spesso da malattie, ringrazia Dio perché non lo risparmia. Poco prima di morire sottolinea con queste parole come la sua vocazione gli sia stata data direttamente dal Signore: «Nessuno mi ha insegnato quel che io dovevo fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo il santo Vangelo».
Morte
«Ben venga mia sorella morte» dice sentendo vicina la fine della sua vita. Fattosi distendere sulla nuda terra della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, intona il salmo 141: «Signore, a te grido, accorri in mio aiuto» (v. 1). I frati proseguono il canto e, mentre il salmo volge al termine, Francesco va incontro a sorella morte cantando. Uno stormo di allodole vola festosamente intorno al tetto della Porziuncola. I biografi dicono che il suo cadavere sia quasi splendente, come se sia stato deposto dalla croce; a coloro che hanno l’onore di baciare le sue stimmate rubiconde sembra di baciare le piaghe del Redentore. È canonizzato il 16 luglio 1228 da papa Gregorio IX alla presenza della madre Pica, del fratello Angelo e del vescovo di Assisi Guido II (colui che, trovato Francesco nudo, lo aveva coperto col suo mantello).
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi