“Un ritorno al buon senso e ad una pacifica convivenza tra Chiesa e Stato”. Così la Chiesa cattolica statunitense ha salutato la decisione del Dipartimento della Salute e dei Servizi della Casa Bianca di tutelare il diritto dei datori di lavoro di non comprendere i farmaci anticoncezionali tra i benefici assicurativi.
Ad intervenire, con una nota ripresa dall'AgenSir, sono stati il cardinale Daniel DiNardo, presidente della Conferenza episcopale Usa, e l’arcivescovo William Lori, a capo della commissione sulla libertà religiosa.
Modifica dell'Obamacare
La nuova misura apporta una importante modifica su uno dei passaggi più controversi della riforma sanitaria approvata durante la presidenza Barack Obama, nel 2010, che obbligava i datori di lavoro, eccetto le Chiese, alla copertura assicurativa totale per i sistemi di contraccezione usati dalle loro dipendenti.
La battaglia per l'obiezione di coscienza
L'imposizione aveva fatto divampare la polemica. Considerata una norma lesiva del diritto all'obiezione di coscienza, era stata portata fino alla Corte suprema da parte di quella vasta galassia di enti, associazioni e servizi sociali che vi si opponevano.
Il 9 settembre scorso – riferisce l'AgenSir – trentatré organizzazioni cattoliche avevano scritto al Congresso una lettera in cui chiedevano di esaminare una legge sull’obiezione di coscienza proprio sui temi abortivi. Oggi, dopo una strenua battaglia, è stata posta una pietra tombale sulla questione. Da oggi alle aziende è riconosciuto il diritto a non coprire le spese per la contraccezione o l'aborto alle proprie dipendenti.
“Una buona notizia per tutti gli americani”
“I nuovi regolamenti- secondo DiNardo e Lori – sono una buona notizia per tutti gli americani poiché un ordine governativo che costringe le persone a fare una scelta impossibile tra l’obbedire alle loro coscienze e alla chiamata a servire i poveri è nocivo non solo per i cattolici ma per il bene comune”.
Libertà religiosa “diritto supremo”
Strettamente legata a questo provvedimento, appare un'altra mossa dell'amministrazione Donald Trump, ossia l'approvazione di una sorta di guida legale valida per tutti gli Stati la quale sancisce che il diritto alla libertà religiosa è un “diritto supremo” negli Stati Uniti
“Salvo ristretti casi – si afferma – nessun cittadino americano dovrebbe essere forzato a scegliere tra osservare la propria fede e rispettare la legge federale”. Si tratta di un altro robusto tassello che la Casa Bianca ha deciso di erigere a difesa dell'obiezione di coscienza.
Sulla scorta di questa guida, approvata dall’Attorney General (il nostro Ministro della Giustizia), i lavoratori statunitensi potranno sentirsi più liberi di rinunciare ad attività che ritengono in contrasto con la propria fede religiosa.
Il caso del pasticcere contro i matrimoni gay
In attesa del verdetto della Corte Suprema, può tirare un sospiro di sollievo Jack Phillips, pasticcere del Colorado che ha rifiutato di preparare una torta nuziale per una coppia di uomini che gliel'avevano commissionata per il loro matrimonio. Finora tutti i tribunali gli hanno dato torto, a lui ora non resta che confidare nei giudici di ultima istanza, affinché riconoscano il suo appello al Primo emendamento della Costituzione: libertà di parola e rispetto di ogni fede religiosa.