“Un peccato grave che grida al cielo” così sono stati definiti dalla Conferenza episcopale argentina i delitti sessuali contro i bambini. Si tratta delle Linee guida per i casi di abusi sui minori, un documento che nei giorni scorsi ha ricevuto l’approvazione della Santa Sede. Nel testo viene sottolineato come tali violenze siano un delitto tanto nell’ordinamento giuridico canonico quanto in quello dello Stato e assicura, da parte dell’Episcopato “la massima disponibilità a collaborare con la società e con le autorità competenti a livello nazionale e provinciale” per affrontare tale questione.
L’obiettivo, si legge, è “quello di orientare i vescovi nel caso in cui debbano intervenire nelle loro rispettive giurisdizioni, dopo aver ricevuto notizie verosimili riguardanti i delitti di abuso sessuale sui minori, commessi da sacerdoti”. Delitti che assumono “una particolare gravità perché, oltre a ledere la dignità e l’integrità della vittima, implica la profanazione del ministero sacerdotale conferito tramite il sacramento dell’ordinazione”.
I vescovi argentini assicurano dunque di voler condividere la preoccupazione del Papa per questo tema, con il desiderio esplicito di “aderire senza riserve ai criteri di trasparenza e responsabilità stabiliti, in numerose occasioni, dalla Santa Sede”.
Il documento, presentato oggi dalla Radio Vaticana, è stato diviso in due parti. Nella prima, a carattere giuridico, si ricorda che alla Congregazione per la Dottrina della Fede è affidata la competenza per trattare e giudicare, nell’ambito dell’ordinamento canonico, una serie di delitti particolarmente gravi, come la profanazione dei sacramenti dell’Eucarestia e della Penitenza, e gli abusi sessuali commessi da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età
La seconda parte delle Linee-guida, invece, presenta alcuni orientamenti pastorali che si raccomanda di tenere in conto, “sommati alle esperienze acquisite dai vescovi e dai loro collaboratori, insieme alla Dottrina della Chiesa”. Infine, i presuli argentini esprimono riconoscenza ed apprezzamento per “i sacerdoti che servono con zelo apostolico il Popolo di Dio”. “La condotta immorale di pochi – concludono i vescovi – non squalifica, nè sminuisce l’abnegazione con cui la maggioranza dei sacerdoti porta avanti tale servizio”. Di qui l’auspicio affinché tali Linee-guida contribuiscano ad “un migliore esercizio del ministero sacerdotale nella missione della Chiesa”