E’ stato arrestato mentre partecipava a una funzione religiosa. E’ accaduto in India al reverendo Paul Augustine, coordinatore per il Kashmir del Global Council of Indian Christians (Gcic). Il pastore cristiano è stato fermato con l’accusa di fomentare scontri interreligiosi. “La legge della maggioranza prevale – ha dichiarato Sajan George, presidente del Gcic. Dove chi è più numeroso impone il suo credo e le sue pratiche, le minoranze sono in pericolo”. La famiglia e la comunità cristiana locale sono preoccupate per la vita del reverendo, certe che le accuse mosse contro di lui siano false. Fonti locali affermano che la polizia, al momento dell’arresto nel campo Crp di Srinagar, era accompagnata da alcuni intellettuali islamici.
“In India – ha spiegato ancora Sajan George – la minuscola popolazione cristiana si trova fra l’incudine e il martello. La legge della maggioranza prevale e, laddove chi è più numeroso impone il suo credo e le sue pratiche, le minoranze sono in pericolo. I cristiani sono perseguitati dalla maggioranza indù in altri Stati indiani e dai musulmani in Kashmir. Mentre la Costituzione dell’India garantisce libertà religiosa, in realtà a prevalere sono i livelli di tolleranza percepiti dalle comunità di maggioranza”. L’India, con una popolazione di oltre 1,2 miliardi di persone, è composta per l’80,2% da indù, per il 13,4% da musulmani e per il 2,3% da cristiani. Il Jammu e Kashmir è l’unico Stato a maggioranza islamica e possiede uno statuto speciale, con una Costituzione, un Codice penale e una bandiera propri.