È ufficialmente iniziato alle 10,35 dall’aeroporto di Fiumicino il decimo viaggio apostolico di Papa Francesco, il più lungo del suo pontificato, che lo porterà a Cuba e negli Stati Uniti da oggi fino al 28 settembre con un grande “sentimento di gratitudine”. L’aereo papale, l’Airbus A330-200 battezzato ‘Raffaello Sanzio’ di Alitalia, arriverà alle 16.00 locali (le 22.00 in Italia) all’aeroporto internazionale Josè Martì dell’Avana. Qui ci sarà subito la cerimonia di benvenuto, con i discorsi del presidente Raul Castro e del Pontefice. Da domani al via gli impegni ufficiali con, alle 9 (le 15 in Italia), la messa nella Plaza de la Revolucion della capitale cubana, nota per la gigantografia di Che Guevara che troneggia dall’alto.
Il nuovo impegno del Pontefice venuto “quasi dalla fine del mondo” sarà densissimo di appuntamenti. Ventisei i discorsi in programma: otto a Cuba e 18 negli Usa, di cui solo quattro in inglese, il resto in spagnolo. Complessivamente, saranno 19.171 i km percorsi dal Papa in sette voli. In programma, anche una visita alla sede delle Nazioni Unite il prossimo 25 settembre. Per l’occasione, la bandiera della Santa Sede sventolerà al Palazzo di Vetro di New York, avvenimento reso possibile grazie alla risoluzione adottata il 10 settembre scorso dall’Assemblea Generale che permetterà agli Stati osservatori non membri – Vaticano e Palestina – di avere una propria bandiera all’Onu.
Dalla Casa Bianca fanno intanto sapere, tramite comunicato, che il presidente americano Barack Obama, e quello cubano Raul Castro – nel corso di un colloquio telefonico a pochi giorni dalla visita papale nei due Paesi – hanno elogiato il ruolo svolto da Francesco nel migliorare i rapporti tra Usa e Cuba e sulla risoluzione della spinosa questione dell’embargo. Obama ha sottolineato in particolar modo l’importanza della ripresa delle relazioni diplomatiche e la riapertura delle rispettive ambasciate.
Prima di partire Bergoglio ha salutato la famiglia di rifugiati siriani, ospitata dalla parrocchia vaticana di Sant’Anna. Accompagnata dall’elemosiniere pontificio, Mons. Konrad Krajewski, gli accolti si sono recati a Santa Marta per incontrare il Papa e augurargli buon viaggio a Cuba e negli Stati Uniti. Poi, rispondendo alla domanda di un ragazzo, nella teleconferenza con i giovani della “Scholas Occurrentes” ha assicurato di voler fare “tutto il possibile, tutto, per ricordare le conseguenze dell’embargo sulla popolazione cubana”. Costruire ponti o sbloccare è il compito al quale Francesco si sente chiamato, ha spiegato, sottolineando che “una delle cose più belle è l’amicizia sociale” tra ai popoli. Il Papa ha ben presenti le sofferenze della popolazione cubana provata dall’embargo. “Abbiamo perso la nozione della quantità dei ragazzi che non possono godere dell’allegria del gioco: questi ragazzi non hanno imparato a comunicare con l’allegria del gioco e sono preda dei trafficanti che li usano per la delinquenza giovanile, la droga, la prostituzione e tante altre cose”, ha detto nel collegamento. Il Pontefice ha anche mostrato attraverso la teleconferenza un bossolo donatogli da un ragazzo di un Paese in guerra “come un segno”. Nel congedarsi dagli studenti, il Santo Padre li ha benedetti, chiedendo loro di pregare per lui: “Non abbiate paura – ha concluso – la paura paralizza; il futuro e’ nelle vostre mani”. Nella capitale cubana, al suo arrivo, Papa Francesco troverà anche un grande striscione con la scritta: “l’embargo è il peggior genocidio della storia”.
Come di consueto, poi, il Pontefice ha rivolto un saluto al presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella. “Nel momento in cui mi accingo a compiere la mia visita pastorale a Cuba e negli Stati Uniti, – si legge nel messaggio – mosso dal desiderio di incontrare i fratelli nella fede e gli abitanti di quelle nazioni, mi è gradito rivolgere a lei, signor Presidente, e all’intero popolo italiano l’espressione del mio beneaugurante saluto che accompagno con cordiali auspici di pace e di prosperità”.
“Santità – è stata la risposta di Mattarella – desidero farle pervenire il mio più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico a Cuba, negli Stati Uniti d’America e per la visita alla sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”. L’Italia e la comunità internazionale, ha sottolineato Mattarella, “guardano con attenzione del tutto speciale suo viaggio nel continente americano. Sono vive le aspettative per la sua visita a Cuba dopo il recente storico riavvicinamento a Washington, per il quale la Santa sede ha svolto un ruolo di primo piano. Parimenti intensa e’ l’attesa per la missione negli Stati Uniti, Paese di imprescindibile riferimento sul piano globale, per il suo intervento difronte al Congresso e per la sua partecipazione alla Giornata mondiale delle famiglie a Filadelfia”. Particolare interesse infine “rivestirà l’attesa visita alle Nazioni Unite ed il suo intervento, nel settantesimo anniversario della fondazione e nel ricordo del discorso che vi tenne il suo predecessore Paolo VI cinquant’anni orsono”. Il capo dello Stato si dice “certo che, nel portare sostegno e incoraggiamento alle locali comunita’ cristiane, la sua presenza rechera’ un importante messaggio di pace e fraternità, stimolando una sempre piu’ profonda presa di coscienza sull’urgenza di un’azione corale della comunità internazionale per affrontare le difficili sfide poste dalla guerra, dalla povertà, dalla fame e dalle innumerevoli tragedie che affliggono la famiglia umana. Mi è gradita l’occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione”.