Le divisioni, anche molto dolorose”, che hanno visto distanti e contrapposti per secoli cattolici e luterani, “negli ultimi decenni sono confluite in un cammino di comunione”. Un cammino che ha portato “ad abbandonare gli antichi pregiudizi, come quelli su Martin Lutero e sulla situazione della Chiesa Cattolica in quel periodo”. E' quanto afferma Papa Francesco nel ricevere in udienza, in Vaticano, la presidenza della Federazione luterana mondiale, guidata dall’arcivescovo nigeriano Musa Panti Filibus, eletto in maggio nuovo presidente dell’organismo. “Con la memoria purificata – prosegue il Pontefice -, oggi possiamo guardare fiduciosamente a un avvenire non gravato dai contrasti e dai preconcetti del passato; un avvenire su cui pesa il solo debito dell'amore vicendevole; un avvenire nel quale siamo chiamati a discernere i doni che provengono dalle diverse tradizioni confessionali e ad accoglierli come patrimonio comune”. Poi aggiunge: “Se il passato non si può cambiare, il futuro ci interpella: non possiamo sottrarci, ora, dal ricercare e promuovere una maggiore comunione nella carità e nella fede“.
Non fermarsi lungo il cammino
Nel suo discorso, il Papa mette in guardia dalla “tentazione” di fermarsi “lungo il cammino”, poiché “nella vita ecclesiale”, come in quella spirituale, “quando si sta fermi si torna indietro”. Mette in guardia anche dalla “pigrizia, stanchezza, convenienza“. Francesco ricorda poi alcuni momenti significativi vissuti da cattolici e luterani, primo fra tutti l'incontro a Lund, in Svezia, dell'ottobre 2016, con il quale si sono aperte le celebrazioni per la prima volta comuni della Riforma; cita poi alcuni documenti fondativi, tra cui in particolare la Dichiarazione comune sulla giustificazione. E aggiunge: “Prima delle opposizioni, delle differenze e delle ferite del passato, c’è infatti la realtà presente, comune, fondativa e permanente del nostro Battesimo. Esso ci ha resi figli di Dio e fratelli tra noi. Perciò non potremo mai più permetterci di essere avversari o rivali“. Infine, l'invito rivolto a tutti, cattolici e luterani, a sostenere il percorso ecumenico con l'esempio dell' “eroismo mite e pacifico” di “quanti hanno patito per il nome di Gesù“.
Il saluto dei luterani
A salutare il Pontefice a nome della Federazione l'arcivescovo Musa Panti Filibus. Il presule ricorda al Papa la minaccia “dell'estremismo islamico di Boko Haram” nel suo Paese, e nel ringraziare il Santo Padre per il suo impegno nel “costruire ponti e promuovere costantemente la giustizia tra i popoli”, “impegno anche dei luterani”. Anche Musa cita l'incontro di Lund, e gli impegni di carità comune presi subito dopo a Malmo: “Speriamo che questo servizio comune continuerà”. Nel saluto del presidente luterano, anche il ricordo della sofferenza delle coppie miste che, afferma, “condividono tutto, la vita, il quotidiano, ma non possono condividere il pane eucaristico“.