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Gli sciiti celebrano l’Ashura, il ricordo della morte di Alì

“Sarà un bagno di sangue”: così Ibrahim Abu Bakr al-Baghdad, autoproclamatosi a capo dello Stato Islamico, minaccia gli sciiti, in vista della celebrazione dell’Asura. Una festa importante  e particolare, perchè ricorda la scissione della comunità musulmana nei due principali filoni Sunnismo e Sciismo. La ricorrenza, infatti, ricorda la morte di Hussein ibn Ali, nipote di Maometto che venne ucciso nella battaglia di Karbala del 9-10 ottobre 680.

Per gli sciiti, che da quel momento iniziarono a rivendicare la legittimità dell’eredita del profeta Maometto accusando i sunniti di essere degli usurpatori, l’Ashura è una celebrazione cardine. Ogni anno, per ricordare l’eccidio di Karbala, milioni di sciiti in Iran, Libano, Bahrein, Pakistan, Afghanistan e India si flagellano in sfilate pubbliche ripetendo l’espressione “Yah, Hussein”. E, ogni anno, regolarmente, gli estremisti sunniti riescono a trasfromare la celebrazione in violenza, in diverse parti del mondo.

Per i militanti sunniti, infatti, l’Ashura rappresenta solo l’esaltazione di una scissione che ha indebolito l’Islam: per questo Ibrahim Abu Bakr al-Baghdad, califfo alla guida di Isis minaccia di terminare la sua campagna di stragi e brutalità con l’assalto a Kerbala e Najaf, le due città sante sciite, “travolgendole in un bagno di sangue”.

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