Il lunedì dell'Angelo, detto anche lunedì di Pasqua e informalmente Pasquetta, è il giorno dopo la Pasqua. E' un'espressione tradizionalmente diffusa solo in Italia e non appartiene al calendario liturgico della Chiesa cattolica che lo indica come lunedì dell'Ottava di Pasqua. Non è giorno di precetto per i cattolici – vale a dire giorno in cui, come recita il Codice di diritto canonico, “i fedeli sono tenuti all'obbligo di partecipare alla Messa” – ma lo Stato Italiano lo ha introdotto come festività civile già a partire dal dopoguerra. Una curiosità: il termine “Pasquetta” in alcune località italiane non ha lo stesso significato di giorno dopo Pasqua: infatti, la “Pasquêta”, per i genovesi, è il 6 gennaio e non il lunedì dell'Angelo, mentre “Paschixedda” per i sardi corrisponde addirittura al Natale, quindi al 25 dicembre.
I Vangeli
Il Lunedì dell'Angelo prende il nome dal fatto che in questo giorno la Chiesa ricorda l'incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro di Gesù. I Vangeli raccontano che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo del Signore. Vi trovarono il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto”. E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, ed esse si precipitarono a raccontare l'accaduto agli altri.
Il commento di Papa San Giovanni Paolo II
Questa tradizione ha dunque un legame unico e profondo con le fonti bibliche che parlano di Resurrezione. “Per la prima volta – commentò nell'omelia del lunedì di Pasqua del 1 aprile 1991 Papa san Giovanni Paolo II – sono pronunciate queste parole: 'Egli è risuscitato'. Gli evangelisti ci dicono che queste parole sono state pronunciate dagli Angeli. Esiste un profondo significato in questa presenza angelica ed in questa proclamazione angelica: come non poteva che essere un Angelo, Gabriele, nell’annunciare l’Incarnazione del Verbo, Figlio di Dio, così per esprimere per la prima volta le parole 'egli è risorto', la Resurrezione, un soggetto umano non era sufficiente, una parola umana non poteva bastare. Occorreva un essere superiore, perché per l’essere umano, questa verità e le parole che comunicano questa verità, 'è risuscitato', questa verità stessa è talmente sconvolgente, talmente incredibile, che forse nessun uomo avrebbe osato pronunciarla”.
Chi sono gli angeli
La parola “angelo” deriva dal latino angelus ed ha origine dalla parola greca ánghelos che significa “inviato”, “messaggero”, “servitore”. Il termine “angelo” appare per la prima volta nelle credenze religiose della Civiltà classica ed era frequentemente riferito al dio Hermes (Mercurio per i romani) considerato il messaggero degli Dei. I primi pensatori cristiani modificarono tale interpretazione. Per Porfirio ad esempio – filosofo e teologo cristiano di origine fenicia, nato a Tiro nel 233 e morto a Roma nel 305 circa – gli angeli erano quelle creature celesti che avevano il compito di portare a Dio le nostre invocazioni difendendoci al contempo dai dèmoni malvagi. Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, l'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente “angeli”, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l'unanimità della Tradizione. Creature puramente spirituali, gli angeli hanno intelligenza e volontà. Sono inoltre immortali e superano in perfezione tutte le creature visibili, come testimonia il fulgore della loro gloria poiché, come evidenziava Sant'Agostino, “vedono sempre la faccia del Padre. . . che è nei cieli”, “potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola”.
Gli angeli nella Bibbia
Nell’intera Bibbia la parola “angelo” o “angeli” ricorre per un totale di 317 volte: 221 al singolare e 96 al plurale. In ebraico l’angelo si chiamava mal’ak: questa parola designava l’ambasciatore o il corriere che il re utilizzava per far conoscere i propri desideri e ordini. Nell'Antico Testamento in numerosi testi il soggetto dell’azione o della parola riportata è indifferentemente Dio o l’angelo di Dio. Per esempio nella Genesi: “Là [Agar] trovò l’angelo del Signore presso una sorgente d’acqua nel deserto” e “Poi il Signore apparve a lui [Abramo] alle querce di Mamre”; oppure nell’Esodo: “L’angelo del Signore apparve [a Mosè] in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto”. Nel Nuovo Testamento, i brani che parlano degli angeli si possono classificare in due tipologie: il primo gruppo narra gli interventi angelici nella storia di Gesù o della Chiesa primitiva; il secondo sottolinea il posto che la credenza negli angeli riveste all’interno della fede cristiana. I più noti della tradizione sono citati da Luca quando parla di un angelo che rivela a Zaccaria la nascita di Giovanni e dell’arcangelo Gabriele che comunica a Maria l’incarnazione di Gesù, per poi descrivere gli angeli che proclamano la nascita del Bambino. Gli angeli tornano nel giorno di Pasqua per annunciare la risurrezione di Gesù (il lunedì dell'Angelo, appunto) e in seguito come testimoni dell’ascensione del Signore al cielo.
Truffatori, non medium
È Dio che ha creato il mondo visibile e invisibile in tutta la sua ricchezza, la sua varietà e il suo ordine: per tale motivo – prosegue il Catechismo – tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli angeli. Su questa verità di fede, però, sono sorte negli anni diverse teorie distorte che mortificano gli angeli a meri servitori al servizio dell'uomo, una sorta di “Genio della lampada” o addirittura di un extra terrestre col compito di civilizzare il “barbaro” homo sapiens. Ma, oltre all'angelofilia di matrice New Age (sono numerosissimi i libri e i corsi che promettono di farci entrare in comunicazione con le divinità angeliche extraterrestri), esistono pericoli più concreti e spesso assai onerosi per le povere vittime. Trattasi di veri e propri ciarlatani (maghi, guro, sensitivi) che “promettono” – a loro dire – di poter comunicare con l'angelo custode o con le varie entità spirituali delle persone. Sempre, ovviamente, previo pagamento in contante. Le cronache sono piene di casi di falsi veggenti o falsi guaritori che assicurano di essere in grado di curare malattie gravi grazie all'intermediazione angelica. Solo pochi mesi fa un uomo, sedicente medium in grado di “parlare con angeli e spiriti per togliere malocchi e vincere all'otto” – come recitava l'annuncio pubblicitario su internet – è stato arrestato per truffa: diceva di ricevere messaggi dall'angelo custode e così di poter far guarire le persone; con tale fandonia, sfruttando un momento di fragilità delle vittime, era riuscito a spillare loro oltre 25mila euro!
La preghiera all'Angelo di Papa Francesco
Vogliamo concludere questo breve excursus sul significato religioso della “pasquetta” – non solo dunque una giornata di gite fuori porta e grigliate con gli amici – con la preghiera pronunciata da Papa Francesco lo scorso Lunedì dell'Angelo, il 2 aprile 2018: “L’angelo che ci dice: 'É risorto', ci aiuti a vivere la fraternità e la novità del dialogo e della relazione e la preoccupazione per il bene comune. Solo la fraternità può garantire una pace duratura, può sconfiggere le povertà, può spegnere le tensioni e le guerre, può estirpare la corruzione e la criminalità. Gli angeli ci sostengano con la loro preghiera, affinché la fraternità e la comunione che sperimentiamo in questi giorni di Pasqua, possano diventare nostro stile di vita e anima delle nostre relazioni”.