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GIORNATA DEI MIGRANTI, BERGOGLIO: “NO ALLE PAURE INGIUSTIFICATE”

“E’ indispensabile che l’opinione pubblica sia informata in modo corretto, anche per prevenire ingiustificate paure e speculazioni sulla pelle dei migranti”. Lo ha detto il Papa nel messaggio in vista della Giornata mondiale dei migranti, del prossimo 17 gennaio, intitolato “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”. Il testo è stato presentato ai media dal card. Antonio Vegliò, presidente del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti. L’evento è servito anche a fare il punto sulle concrete misure di accoglienza in Italia, in particolare dopo l’appello del Pontefice a a parrocchie e conventi a ospitare ognuno una famiglia di profughi. Il direttore di Migrantes, Giancarlo Perego, ha informato che l’anno scorso i migranti accolti in strutture religiose italiane erano “diecimila, quest’anno sono già diventati 22.000: una persona su 4 che è stata accolta in Italia, è stata accolta in una struttura religiosa, e in un anno sono già raddoppiate”.

Mons. Perego ha spiegato che “nella Chiesa italiana si è scelto da subito il modello della accoglienza diffusa”: nei centri di accoglienza, per esempio allo sbarco, ci sono fino a diecimila persone in 10 centri, mentre la Chiesa assiste “una decina di persona in ogni struttura, è una scelta diffusiva”. Nel messaggio Bergoglio, oltre a parlare di cause, manifestazioni e conseguenze, del fenomeno migratorio, cerca di porre le basi per una cultura dell’accoglienza: “la rivelazione biblica incoraggia alla accoglienza dello straniero” e molte istituzioni, gruppi, organismi nazionali e internazionali “sperimentano lo stupore e la gioia della festa dell’incontro, dello scambio e della solidarietà”.

“Eppure -osserva il Santo padre – non cessano di moltiplicarsi anche i dibattiti sulle condizioni e sui limiti da porre all’accoglienza, non solo nelle politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la tranquillita’ tradizionale”. Accogliere significa porsi il problema della identità, argomenta ancora, e accettare una integrazione reciproca tra chi arriva e chi accoglie: le società che aprono le porte sono interpellate sul rispetto e la crescita umana e solo questo movimento reciproco può scongiurare la xenofobia e i razzismi.

Il documento inoltre denuncia l’insorgere di “inaccettabili crisi umanitarie” in diverse zone del mondo, ricorda gli “aberranti crimini” perpetrati contro gli inermi in fuga, dalle violenze, alla tratta, ai bambini-soldato, chiede, di fronte al fatto che i flussi migratori sono diventati una “realtà strutturale”, di superare “la fase di emergenza per dare spazio a programmi che tengano conto delle cause delle migrazioni, dei cambiamenti che si producono e delle conseguenze che imprimono volti nuovi alle società e ai popoli”. Intanto il card. Vegliò ha annunciato che il suo dicastero sta “lavorando a un documento sulla accoglienza ai migranti, che tocca tutte le conferenze episcopali, non alcune, tutte, e insieme alla Segreteria di Stato valutiamo anche gli aspetti che toccano le autorità civili”.

(fonte Ansa)

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