Cesare Sacerdoti, che si era salvato dalle milizie nazifasciste nasconendosi nel convento delle Pie Operaie di San Giuseppe, a Firenze, si è spento domenica 3 marzo nella sua casa di Londra. Con la sua testimonianza aveva permesso l'iscrizione nell'elenco dei “Giusti fra le nazioni” del cardinale Elia Dalla Costa, del suo segretario mons. Meneghello e di madre Agnese Tribbioli.
L'impegno di Cesare Sacerdoti
Nelle sue ricerche sugli anni della persecuzione e delle deportazioni degli ebrei, Cesare Sacerdoti aveva strettamente collaborato con l'Archivio diocesano di Firenze. Dall'Archivio lo ricordano così: “Vittima dell'atrocità delle leggi razziali nonché testimone diretto dell'opera di assistenza di Dalla Costa, ricordiamo il suo impegno per il riconoscimento dei 'Giusti fra le Nazioni' della Città di Firenze e la sua infinita gratitudine alla Chiesa fiorentina. Mancherà molto a tutti noi Un caro abbraccio alla moglie Judith ed ai figli Simon, Alexandra, Daniel e Jonathan”. Cesare Sacerdoti aveva raccontato, negli anni scorsi, di quando con il fratello Vittorio e la madre Marcella, furono accolti da madre Maria Agnese Tribbioli nel convento di via de' Serragli: era il 6 novembre 1943, e vi restarono fino al 27 novembre. Ricordi tenuti per sé per circa 60 anni, fino all'incontro con tre delle suore – suor Grazia, suor Caterina e suor Gennarina – che li avevano aiutati in quel momento difficile. “Colossi di moralità”: così Sacerdoti definiva madre Maria Agnese, il cardinale Dalla Costa, il suo segretario monsignor Giacomo Meneghello e molte altre figure che hanno rischiato la vita per proteggere e salvare moltissimi ebrei perseguitati in quegli anni, e che lui ha contribuito a far iscrivere nell'elenco dei Giusti fra le Nazioni.